Tag: Harper Lee
Conoscere gli scrittori è un bene?

Non bisognerebbe conoscere mai l’autore di un libro che ti è piaciuto molto. Quei pochi che ho conosciuto di persona erano… sono, persone sgradevoli. E la domanda che mi pongo sempre più spesso è: «Ma se incontrassero se stessi, cosa penserebbero di loro?» La risposta a questa domanda è quasi scontata, visto che nella maggioranza dei casi non ci sopportiamo a vicenda. Non sopportiamo l’aspirante scrittore che ci tempesta con il suo bisogno di attenzioni, che ci contesta nei commenti per mettersi in mostra, che dà vita a prodotti narrativi di dubbio gusto e qualità, ma solo perché ci ricorda troppo da vicino noi stessi. Quello che lui sta facendo, noi l’abbiamo già fatto. Quello che pensa, quello che scrive… ci siamo già passati. L’odio viscerale, il fastidio non li si prova per una persona che ci è del tutto indifferente. Questi sentimenti sono riservati a noi stessi. E gli altri, come diceva Osho, sono solo il nostro riflesso.
Scrivere in prima persona

Dopo il caloroso riscontro che Scrivere in prima o in terza persona e Come scrivere in terza persona hanno ottenuto negli anni dai lettori che sono passati e ancora passano da questo blog, mi sono finalmente deciso a imbastire un ennesimo articolo sulle “persone”: non quelle che scrivono né quelle che leggono, quelle che narrano. Infatti, se vogliamo, tutta la questione che ruota attorno alla prima, alla terza e, per amore di completezza, alla seconda persona si può riassumere in una semplice domanda: da quale punto di vista mi viene narrata questa storia?
Come progettare un romanzo

Le storie narrate nei romanzi sono prodotti di finzione. Possono essere ispirate a storie vere, ma vengono plasmate e modificate per risultare verosimili. Questo vuol dire che i romanzi sono interpretazioni della realtà. Una buona trama ha una struttura solida, un significato preciso ed è portatrice di un messaggio universale che in realtà la vita vera non ha.
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