C’è una quantità di indizi a dir poco sconfortanti che ci indicano un fatto incontrovertibile: se in Africa nasce un genio e nessuno se ne accorge, il mondo non smetterà di ruotare. Dico, Africa. Ma avrei potuto dire Europa, America, Asia, Pizzo Calabro… Forse aveva ragione Umberto Eco a scrivere: «E se il vicino di casa di Proust fosse stato tanto più bravo di lui e nessuno se ne fosse accorto, per lui sarebbe tristissimo, per l’umanità basta Proust, e avanza». Che è come ammettere la fallibilità umana e, anche, un certo disinteresse individualistico di cui noi tutti, soprattutto nella contemporaneità, siamo un po’ vittime e un po’ carnefici; e forse più di un po’.
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Ecco una classifica in prosa dei metodi di suicidio più diffusi nel mondo della scrittura.
Categoria: Comunità, Editoria, Sofismi Tag: Anne Sexton, arma bianca, asfissia, caduta, Carlo Michelstaedter, Cesare Pavese, colpo d’arma da fuoco, David Foster Wallace, Elise Cowen, Emilio Salgari, Ernest Hemingway, Franco Lucentini, Guido Morselli, Guy-Ernest Debord, Heinrich von Kleist, Hunter S. Thompson, ingestione, iniezione, Jerzy Kosinski, John Allyn Berryman, John Henry Mackay, John Kennedy Toole, JOHNNY CARSON, Kurt Vonnegut, Morte, Primo Levi, Robert Ervin Howard, Romain Gary, Scrittori, Silvia Plath, Stefan Zweig, Suicidio, Virginia Woolf, Yukio Mishima
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