Culo grasso
Cu-lo grasso! Cu-lo grasso! Cu-lo grasso!
Erano più o meno queste le parole che si sentiva ripetere da sempre, fin da piccola. Le sentiva ancora, anche se di anni ormai ne aveva trenta. Non più però urlate da ragazzini che la rincorrevano nel cortile della scuola o lungo la strada polverosa verso casa. No. Le udiva nella testa, rimbombando contro le pareti del cranio. Le udiva ogni volta che si guardava allo specchio. Le udiva la domenica mattina, giornata dedicata alla pesa, quando saliva su quella dannata bilancia. Le udiva infine, a ogni nuovo dietologo.
Ne cambiava molti in effetti. Lo faceva perché i tanto sospirati risultati tardavano a venire. Non voleva aspettare in eterno per poter sfoggiare in spiaggia un costume a due pezzi o entrare in un negozio di vestiario che non vendesse solo taglie forti. Voleva poter andare al cinema senza sentirsi addosso le solite occhiate, quelle di chi pensa che di biglietti ne avrebbe dovuti acquistare due, anziché uno. Voleva potersi concedere una serata di hamburger e patatine fritte senza sentirsi in colpa come una peccatrice lussuriosa. Soprattutto, desiderava stare bene con se stessa e voleva farlo prima che la vecchiaia lo rendesse inutile.







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