Come scrivere un dialogo che funziona

Dialoghi che funzionano

… il sintagma di legamento va evitato

Vi avverto subito: questo è un post con delle pretese. Per questo motivo me ne tenevo felicemente alla larga. Ogni volta che ne scorgevo il titolo nella mia breve lista di “post da scrivere”… be’, semplicemente chiudevo il file. Arriva, però, un momento nella vita di un uomo in cui quello che devi fare, lo devi proprio fare. Oggi, quindi, con grande rammarico, parlerò di: dialoghi che funzionano.


La mia libreria

… sezione storica

Lo so, a Pasqua il detto: “pulizie di Pasqua”, mi ha decisamente fottuto. In particolare perché ho avuto la malsana idea di mettere un po’ d’ordine nella mia libreria… Non l’avessi mai fatto. Non ho ancora terminato e, dopo diverse ore, ho deciso di desistere e di rimandare l’epilogo del lavoro a un altro giorno, o forse a un’altra Pasqua. Tuttavia, maneggiare e riscoprire libri che non toccavo forse addirittura da decenni, mi ha messo addosso una voglia insana di riscoprirli e di parlarne.

C’è stato un periodo della mia vita, quando ero un ragazzo, in cui mi sono appassionato di storia. Storia delle civiltà in generale e storia Romana in particolare. Piano piano ho creato nella mia libreria una sezione storica di tutto rispetto. Sezione che non aggiorno più da anni purtroppo, ma che è dignitosissima a mio avviso. In quello stesso periodo, oltre ad amare la storia, mi piaceva collezionare libri belli da vedere, o che avessero delle copertine bizzarre. Magari un tipo di rilegatura atipica. Di antichi ne ho diversi e, anche se non sono un esperto né un intenditore, qualcuno di valore fra tutta quella massa di carta c’è.


Per chi scrivi le tue storie?

… quando scrivere è raccontare a qualcuno

Si fa un gran dire in giro che una delle cose da decidere, quando si sceglie di scrivere un romanzo, è quella di individuare il tipo di pubblico a cui questo si dovrebbe rivolgere. Non dico in tutti, ma in molti dei manuali di scrittura che ho letto negli anni questa indicazione non è mai mancata. C’è da chiedersi se anche i grandi scrittori la pensino allo stesso modo, oppure semplicemente scrivano quello che gli pare.

A cosa serve determinare un pubblico di riferimento? Probabilmente a scrivere un libro che abbia caratteristiche tali da poter attrarre tutta la nicchia di pubblico (più o meno grande) a cui ci si rivolge. In questo contesto entra in ballo anche il genere letterario, immagino. Tuttavia l’argomento del post non è questo, non in particolar modo almeno. L’argomento di questo post è se voi, giovani aspiranti scrittori emergenti, avete un vostro pubblico di riferimento. Per chi vi piacerebbe scrivere?


10 verità sulla scrittura

… quando la verità è un’arte

Dopo lunghe ricerche sei giunto infine qui. Cosa ti aspetti di leggere, caro aspirante? Un po’ di informazioni di prima mano immagino. Magari qualcosa che possa aiutarti a migliorare, o possa definitivamente farti desistere. Forse ambisci a scoprire proprio quel segreto inconfessato che farà di te un vero scrittore. D’accordo, voglio stare al gioco e svelarti le dieci cose che devi assolutamente sapere sulla scrittura.


Guantoni appesi al chiodo

Ieri è già domani

Sto perdendo peso. Erano anni che la mia cintura non guadagnava un buco. La nuova routine sta segnando il mio corpo. Ogni sera mi sdraio distrutto. Ogni mattina mi sveglio più stanco. Nel mezzo, vivo giornate intense. Forse è il cambio di stagione, mi hanno sempre buttato giù. Oppure è colpa di una vita diversa da quella vissuta finora. Gli ultimi cinque anni sono stati oziosi.

Anche la scrittura ne ha risentito. Non riesco più a svegliarmi alle quattro. Provo a scrivere la sera, rientrato dall’ufficio, ma la stanchezza della giornata mi fa combinare poco. Gli ultimi tre post, compreso quello che state leggendo, sono il frutto di una fatica che non riesco a scrollarmi. C’è un motivo se la mia vita è cambiata: sono tornato a vivere.

Incredibile come la vita di coppia ti trascini giù, nei suoi ritmi lenti. I mesi scorrevano come settimane. Le giornate sembrava composte da poche ore. Adesso i giorni sono tornati lunghi, intensi. Li affronto di petto, ma non basta mai. Le cose da fare sono tante e non sembrano finire. Eppure mi piace. Vivo come vorrei.