Accenti

Fondamenti di grammatica per aspiranti scrittori

La volta scorsa abbiamo visto la divisione sillabica. Oggi parleremo di uno degli argomenti più spinosi per gli aspiranti scrittori: gli accenti.

L’accento parlato

Avete mai ascoltato un cinese parlare? Di tanto in tanto ci sono dei picchi musicali… Quello è il loro accento. Infatti, in lingue diverse dall’italiano, come ad esempio il cinese, ma anche il greco antico e il latino arcaico, le sillabe si differenziano tra loro per la diversa altezza melodica. In italiano l’accento melodico non ha rilevanza fonologica.


divisione sillabica

Fondamenti di grammatica per aspiranti scrittori

La volta scorsa abbiamo parlato di apocope. Per questo mini-ripasso, invece, salterei le varianti regionali del troncamento, l’alfabeto grafemico (tanto più o meno lo conosciamo tutti, giusto?) e i digrammi (cioè le combinazioni di lettere diverse con valore fonetico unico: montagna, bagno, gnu, chicco, ecc.), per passare direttamente a parlare di divisione sillabica e di accento. Per quanto riguarda l’accento, visto che già da solo è un argomento corposo, non so in questo post fino a che punto spingermi. Vedremo strada facendo…


Qual è

Fondamenti di grammatica per aspiranti scrittori

Chiamato anche troncamento, consiste nella caduta di un elemento fonico (vocale, consonante o sillaba) in fine (fin) di parola. In italiano se ne distinguono solo due tipi:

  1. Apocopi sillabiche, caduta di una sillaba: grande -> gran
  2. Apocopi vocaliche, caduta di una vocale: filo di ferro -> fil di ferro

In entrambi i casi l’apocope non avviene di norma davanti a una pausa. Nella poesia tradizionale fa eccezione l’apocope in fin di verso:

***

né il sol più ti rallegra

né ti risveglia amor

[Carducci, Pianto antico]

***

«L’apocope in fin di verso, sconosciuta alla poesia delle origini, si diffuse nel Quattrocento in seguito alla fortuna delle canzonette musicate del veneto Leonardo Giustinian, in cui il fenomeno abbondava» [Migliorini].


lavanderia-automatica

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Sono seduto all’interno di una lavanderia a gettoni. Quella all’angolo tra via Cigna e via Cecchi, a Torino. Attendo che il ciclo dei colorati finisca. Nell’attesa sto leggendo “Se una notte d’inverno un viaggiatore…”, edizione Oscar Mondadori, anno 2015. Sono a pagina 28.

È notte. Io il bucato lo faccio solo a tarda sera. Non è inverno però, come per il viaggiatore di Calvino; è estate e fa caldo, un caldo proibitivo. Il bucato nella lavatrice ruota con indolenza e la luce al neon ogni tanto saltella.