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Tre parole chiave


Si legge in un fortunato saggio di Leonardo Sciascia, La storia della Mafia, che il primo vocabolario siciliano in cui compare questa parola è quello del Traina: «importata in Sicilia dai piemontesi, cioè dai funzionari e soldati venuti in Sicilia dopo Garibaldi, ma proveniente forse dalla Toscana dove maffia (due effe) vuol dire miseria e smàferi vuol dire sgherri»[1] – era il 1868.

La Sicilia nel 1876


Quella banda continuò a essere piena di riguardi per il marchese e la gente di Villalba. Viene naturale porsi l’interrogativo se questo rapporto, all’inizio coartato, si sia poi aperto a una reciproca utilità. Secondo la Relazione non devono essere considerati manutengoli coloro che, sotto la minaccia di ritorsioni, spinti dal terrore aderiscono a ricoverare una banda o s’impegnano al silenzio sui suoi movimenti o ostacolano le ricerche delle autorità.