stalker

…quando la passione si trasforma in ossessione

Passi leggeri nella notte. Ombre, appostamenti, minacce. Il telefono squilla, di nuovo. È lui… Lo sai che è lui. È qui fuori, anche questa notte, e ti sta osservando. Dalla macchina scruta la luce della tua finestra. Ti immagina passeggiare avanti e indietro, le braccia nervosamente incrociate sul petto, le labbra prese a morsi dalla frustrazione… E ha ragione, naturalmente, ti conosce bene. Lui sa cosa provi. E ne approfitta.

Ne avverti la presenza epidermicamente. Come se fosse su di te. Come se fosse accanto a te. Sei indecisa. Vorresti parlarci. Vorresti farlo ragionare, convincerlo che è finita, che hai paura e deve smetterla. Piangerà. Ti supplicherà. Ti farà un sacco di promesse fasulle. E se rifiuti, se tieni duro e mantieni la tua posizione… ti minaccerà. Peggio, diventerà violento. Perché lui è uno: stalker!

Questione di numeri

Ogni anno, 4,8 milioni di donne sono vittime di aggressioni fisiche o di stupri da parte del partner. Il 76% delle donne assassinate dal partner sono state vittima di stalking; il 67% sono state oggetto di maltrattamenti. Sebbene non necessariamente lo stalking conduca a una fine violenta, la violenza psicologica che ne consegue comporta traumi duraturi e profondi.

Le statistiche rivelano che il 38% delle vittime di stalking sono persone comuni, soprattutto donne; il 17% sono personaggi molto popolari perseguitati da perfetti sconosciuti; il 32% sono personaggi con un grado minore di popolarità; l’11% sono dirigenti d’azienda perseguitati da dipendenti o ex dipendenti; il 2% sono figure come i capufficio perseguitati da sottoposti o subordinati risentiti.

In passato lo stalker poteva venire incriminato al massimo per sconfinamento dell’ingiunzione restrittiva, spesso neanche per questo; oggi viene riconosciuto come fenomeno sociale. Secondo le statistiche, una donna su venti, in un qualche momento della propria vita, verrà perseguitata da un ex fidanzato, da un ex marito o da un perfetto  sconosciuto.

Secondo le statistiche, il 77% delle donne e il 64% degli uomini vittime di stalking, conosce il proprio persecutore. Nella maggior parte dei casi, ad essere perseguitate, sono donne nubili o divorziate dai venti ai quarantacinque anni.

Lo stalking può iniziare in maniera assolutamente pacifica, magari con un complimento: «Sei una persona magnifica, sai? Sono felice di averti incontrata… migliori le mie giornate».

Le donne sono beni di proprietà

 Lo stalking è sempre esistito: sono le donne ad attirare i guai; le donne sono da difendere e custodire gelosamente… «Guarda come si veste quella sgualdrina… e poi si lamentano!». Queste sono le concezioni tradizionali della donna da cui guardarsi.

Lo scenario più tipico, in cui si configura lo stalking, è quello familiare. Il fenomeno ha inizio quando la vittima, generalmente donna, decide di lasciare il partner violento o quando, quest’ultimo, viene costretto dalle autorità ad andarsene.

In una situazione di violenza domestica, la cosa più difficile da fare è proprio quella di lasciare il partner o abbandonare il tetto coniugale. La paura delle minacce, delle percorse, della morte perfino, sono un deterrente molto solido. La maggior parte delle vittime preferisce restare, sviluppando un’assuefazione per le violenze e vivendo nell’attesa dei “momenti buoni”, quelli che si alternano pacifici ai periodi di nervosismo e di violenza.

I motivi, però, non sono solo questi. Spesso, soprattutto le donne, possono non avere un posto dove andare o non essere economicamente indipendenti; possono provare vergogna per la propria situazione ed evitare maniacalmente di parlarne e cercare aiuto; possono sentirsi grate quando la violenza si interrompe ed essere disposte a fare qualunque cosa per non affrontare – nuovamente – il terrore delle botte. Le donne maltrattate sono abituate a sentirsi dire: «Se mi lasci, ti uccido».

Tra uno scoppio d’ira e l’altro, nei periodi di relativa calma, il coniuge può pentirsi di quello che ha fatto, può essere affettuoso, può promettere di non rifarlo, può portare soldi in casa ed essere considerato un cittadino onesto, stimato addirittura. A questi periodi, quasi sempre, seguono episodi di ricaduta nella collera e nella violenza, in una sorta di continuità ciclica, impossibile da interrompere.

Il persecutore di celebrità

Alcune persone, poco legate alla realtà o con un bassissimo livello di empatia, credono che chi svolge certi ruoli non abbia un’identità privata al di fuori di questi: il fruttivendolo è semplicemente IL fruttivendolo, il poliziotto è semplicemente IL poliziotto, la star è semplicemente LA star; al di fuori della loro veste, gli psicopatici, non riescono a immaginarle in una situazione domestica e umana.

Altri psicopatici, al contrario, immaginano i “ruoli” non per quello che sono, cioè il frutto di un incarico o di una interpretazione, ma l’espressione reale di una identità privata. Lo spiego meglio: per alcune persone deviate, un’attrice che interpreta un personaggio sexy sul teleschermo è quel personaggio, anche al di fuori del ruolo cinematografico o televisivo, cioè nella vita privata, e finiscono, inevitabilmente, per innamorarsene ossessivamente immaginando una corrispondenza che non esiste al di fuori della loro mente.

I personaggi televisivi o cinematografici entrano nelle nostre case, nella nostra intimità, spesso in pose seducenti e poco vestite. È inevitabile che si vengano a creare le condizioni per fantasticare. Tuttavia, la persona sana (non uso volontariamente il termine “normale”) sa distinguere tra il personaggio, che può attrarci e infiammarci, è l’attrice/attore che l’interpreta. Lo stalker, invece, no!

Lo stalker questa scissione non riesce a farla. Per lui, quel personaggio e l’attrice che l’interpreta, sono la stessa persona e stanno ammiccando sul teleschermo proprio nella sua direzione… Lo stalker cerca un contatto diretto: manda lettere, raccoglie informazioni, si aggira attorno agli studi televisivi o alle abitazioni dei personaggi oggetto delle loro attenzioni… li pedinano perfino. Non è necessario fantasticare per riuscire a immaginare dove possa condurre una situazione simile.

Lo stalker arriva perfino a immaginare una certa corrispondenza, o un passato in comune, una storia, un flirt, mai finito fra lui è la star oggetto delle sue fantasie. Può minacciare di suicidarsi, se non trova soddisfazione in questa sua fantasia. Arriva a odiare l’oggetto del suo amore ossessivo se viene rifiutato, fino a ucciderlo.

Diverse categorie di stalker

Leggendo questo articolo, a questo punto, è logico domandarsi cosa sia uno stalker e quante diverse tipologie ne esistano. È un discorso lungo, che riprenderemo e approfondiremo in un articolo futuro. Tuttavia basti dire che perfino l’FBI è riuscita solo a stilare una descrizione molto generica, definendo lo stalker un: “[…] predatore che perseguita o sceglie una vittima in base a un criterio specifico”. Una definizione tutt’altro che soddisfacente.

Da questo deriva anche un serio problema a delineare, in campo giudiziario, delle leggi specifiche, e quindi reati, che possano arginare questo fenomeno. In mancanza di un serio intervento delle istituzioni, quello che una vittima può fare è cercare di difendersi.

Come proteggersi da uno stalker

Leggi a parte, la reazione tipica di una vittima è quella di rinchiudersi in se stessa: esce meno, si fida meno delle altre persone, fa avanti e indietro, da lavoro a casa, come se si spostasse da una cella all’altra. Perfino gli amici e i partenti, per paura delle conseguenze, tendono ad allontanarsi.

L’impulso a scappare e cambiare vita, identità, è molto forte. Tuttavia non è una soluzione. Ecco alcuni suggerimenti quindi per ridurre il rischio di danni psicologici e fisici in caso di persecuzioni:

  • Prendere sul serio la minaccia
  • Informarne parenti e familiari
  • Informarne colleghi e amici
  • Far filtrare dai colleghi le telefonate sul posto di lavoro
  • Far filtrare dai familiari le telefonate a casa
  • Procurarsi testimoni per i fatti persecutori
  • Variare i percorsi durante i soliti spostamenti
  • Girare meno a piedi e non scendere dall’auto nelle vicinanze di furgoni
  • Prendere nota del comportamento persecutorio adottato abitualmente dallo stalker
  • Non rispondete ai messaggi, alle telefonate, alle mail, alle lettere o a qualsiasi altro tentativo di contatto dello stalker
  • Cercare di restare in luoghi frequentati e, se possibile, non viaggiare da soli
  • Tenersi regolarmente in contatto con le forze dell’ordine
  • Rivolgersi immediatamente alla polizia se lo stalker minaccia fisicamente
  • Richiedere il prima possibile un’ingiunzione restrittiva
  • Quando possibile, fare in modo che al provvedimento restrittivo si aggiunga un’accusa penale
  • Procurarsi assistenza legale
  • Non allontanare volontariamente le persone conosciute (amici, parenti, conoscenti, colleghi…), per proteggerle o per proteggersi

Non puoi ragionarci. Lo stalker non sente ragioni. Ha una mente deviata e, anche se in alcuni momenti può sembrare normale, adotterà sempre il comportamento più efficace a raggiungere il suo obbiettivo: tu.

Caro follower, avrai ancora il coraggio di ignorare quell’ombra sulle scale mentre rientri a casa questa sera?

________________

Bibliografia
  • Robert I. Simon, I buoni lo sognano, i cattivi lo fanno, Raffaello Cortina Editore, 2013

P.S. I dialoghi in calce sono frutto della mia fantasia.

28 Comments on “Stalker: ombre nella notte”

  1. Io non so, sarò che sto invecchiando, ma percepisco la società come più ostile e pericolosa rispetto al passato. Non è un paese per vecchi direbbe Mccarthy. Lo stalking come gli altri crimini che illustri in questa rubrica, non sono una novità moderna. Probabilmente la percezione che abbiamo è amplificata e a sua volta si amplifica dai media sempre più pervasivi e dalla socialità virtuale che si espande in rami sempre più intricati.

    Invece, una considerazione. Io ho assistito a uno stalking donna che perseguita l’uomo. Sarà una casistica molto più rara, ma esiste. Di per sé ritengo che la donna stalker sia meno pericolosa dell’uomo. O magari il maschio ha più possibilità di difesa, anche fisica. Ma metti una matta che ti telefona a tutte le ore, compreso la notte. Che ti citofona come un’ossessa sotto casa. Che minaccia la tua compagna o che prova ad avvicinare i tuoi figli. Anche in questo caso gestire la situazione è molto complessa. Quel mio amico se l’è vista davvero brutta.

    L’altro giorno, durante un’insonnia imprevista, facendo zapping sono capitato per l’ennesima volta a vedere Misery non deve morire. Pur avendolo visto tante volte nel passato, stavolta, sarà stata l’ora tarda della notte, il silenzio e il buio di un mondo dormiente, ma ho ingoiato la saliva. Effettivamente non ci si pensa. Nel mio romanzo una delle protagoniste muore. Metti che un povero scrittore fa di tutto per portare un romanzo al successo e poi dopo che lo ottieni una matta ti lega al letto finché non resusciti la Misery di turno. Metti mai nella vita… a volte aspiri a fare il netturbino e ti salvi.

    Piace a 1 persona

    • No, non sono recenti. Solo che man mano che il tempo passa, questo problema si acutisce sempre più, modificandosi e prendendo direzioni diverse. Le donne non sono le sole vittime di questo fenomeno e, diversamente dal passato, sono sempre di più le donne che acquistano un comportamento tipicamente maschile.
      Misery è un bel film e, prima ancora, un bel romanzo. Tuttavia lo scrittore non è un vero e proprio VIP… Quindi la probabilità di trovarsi in una situazione simile è più limitata. Invece attrici, cantanti, soubrette, vengono continuamente avvicinate da sconosciuti di ogni tipo. La maggior parte, pur se attratti sessualmente, sono semplicemente ammiratori o fan più esuberanti di altri. Qualche volta sono qualcosa di più…
      Mi piacerebbe saperne qualcosa di più sulla storia del tuo amico… magari non pubblicamente. 😉

      "Mi piace"

      • In realtà, è capitato al fratello del mio amico, quindi non ho una testimonianza diretta.

        Avevano avuto una breve storia che per lui era finita. Lei sparì per un po’ di tempo. Ma dopo qualche annetto, vedendo che lui aveva compagna e figli, ritornò alla carica con morbosità.

        Ai suoi evidenti rifiuti di mollare tutto per tornare con lei, scatta lo stalking nella sua forma persecutiva. Arrivava pure a urlare in strada sotto il portone di casa, usando degli epiteti evidenti, suonando a tutti i citofoni per farlo sapere ai vicini. Poi dopo le prime segnalazioni alla polizia, lei in qualche modo percependo questo pericolo cambiò atteggiamento. Da un lato divenne più aggressiva, dall’altro più subdola, cercando di diventare persecutrice anonima. Macchina rigata, gomme bucate, scritte sotto casa, lettere diffamatorie al lavoro.

        In tali casi è anche complicato da gestire perché un uomo aggredito nella sua vita privata e affettiva potrebbe avere l’impulso di una reazione violenta, di picchiarla. E credo che, ma questa è una mia considerazione puramente da scrittore, da psicologia del personaggio, credo che in qualche modo lei volesse una sua reazione fisica. Voleva essere picchiata per andare a denunciarlo. Per stabilire un equilibrio nel suo senso di frustrazione, di impotenza di fronte ai suoi rifiuti. Non so a che punto potesse arrivare in questa voglia di autodistruzione ossessiva. Se in qualche modo desiderasse farsi uccidere così da punirlo col carcere. In carcere si sarebbe ricordata per sempre di lei e la sua vita con la famiglia felice sarebbe stata cancellata. Orribile follia.

        Forse sto divagando troppo, la fantasia quando parte parte. Non so esattamente come è riuscita a farla cessare. Molte denunce, cure psicologiche da parte dei familiari di lei. Ma in qualche modo poi cessò.

        Piace a 1 persona

        • Ecco, semmai le donne sono molto brave a scatenare una reazione violenta. In questo, come stalker, sono insuperabili. Di conseguenza, gli uomini, sono insuperabilmente stupidi.
          Tuttavia mi sorge una domanda, ammesso che tu sappia rispondere: di cosa lo accusava? Si erano lasciati male, c’era qualche motivo preciso? Non serve che ce ne siano per far scattare la follia, intendiamoci, ma sarebbe interessante saperlo. 🙂

          "Mi piace"

          • Sul motivo scatenante non so. Era stato lui a lasciarla. Ma non conosco l’intimità.
            Però sempre andando di fantasia, tra i suggerimenti che elencavi sul comportamento da tenere per chi è vittima di Stalking, me ne veniva uno in mente un po’ borderline. Più letterario che realmente concreto, da thriller. E se la vittima reagisce applicando lo stalking allo stalker? Se applicasse gli stessi metodi, ma in forma anonima? Come reagirebbe lo stalker 1? Quali verità nascoste, segreti, botole dell’orrore nel quale si celano mostri indicibili… Ops, pardon. Sto preparando il Guest post promesso, sul punto di vista e sul leggere da scrittore. Mi sto basando sul romanzo IT. Ammetto che King fa diventare paranoici… 8-o

            Piace a 1 persona

            • Ecco perché poi, la notte, hai gli incubi. 🙂
              Sarò molto curioso di leggerlo, allora!
              L’idea della vittima che si ribella e fa stalking sullo stalker, che è senza dubbio originale, per qualche motivo – che adesso non ti saprei dire – non mi fa impazzire… Forse sarebbe una storia in chiave più comica, che thriller. Potrebbe funzionare benissimo in chiave comica.

              "Mi piace"

    • La nostra società è più ostile e pericolosa rispetto al passato. Questo te lo assicuro. Le cose che succedono oggi, sia a scuola sia per le strade, quand’ero bambino erano pura fantasia, anzi nemmeno questo.

      Piace a 1 persona

  2. L’articolo è molto interessante e penso che mi aiuterà anche in futuro, in quanto ho per le mani un personaggio minore (stalker) che non so se eliminare o tenere. Da un lato mi serve, perché le sue azioni innescano una sorta di meccanismo a catena che ha un impatto importantissimo sulla trama. Dall’altro, l’unica scena che ho scritto con lui protagonista, è quanto di più brutto sia mai venuto fuori dalla mia tastiera, almeno secondo la mia opinione.
    Hai mai pensato di scrivere un pezzo sulle donne stalker? Ce ne sono molte di più di quanto non sembri. 🙂 

    Piace a 1 persona

    • No, finora non c’ho pensato. Un po’ perché ricorderebbe inevitabilmente “Attrazione fatale” (1987), un po’ perché trovo più intriganti gli uomini nella veste dei cattivi. Diciamocelo, le donne non fanno paura a nessuno. Tranne, forse, la mia compagna… Ecco, diciamo che scrivere un pezzo su una donna stalker mi ricorderebbe troppo da vicino la mia situazione familiare. o.O
      Per quanto riguarda il tuo personaggio, può essere che certi argomenti non siano nelle tue corde. Capita. Io non riesco a scrivere niente di romantico, ad esempio, escono fuori cose peggio di Moccia… 😛

      "Mi piace"

  3. Mi capita spesso di pensare a quanta sofferenza produca l’azione dello stalker. Purtroppo mi è capitato di trovarmi nel ruolo della vittima, per fortuna per un tempo limitato, e so come ci si sente. Credo che il peggio sia non avere più una normalità, sapere che c’è sempre la minaccia incombente ed è difficile sventarla. Il racconto di un episodio personale di questo tipo è finito anche in un mio romanzo inedito. Da qualche parte doveva uscire!

    Piace a 1 persona

      • Era la ex del mio compagno. Appostamenti ogni giorno, telefonate, tentativi di mandarci fuori strada, inseguimenti… un incubo, veramente. Adesso capisco di essere stata fortunata, tutto sommato. Dopo un annetto è finito tutto.

        Piace a 1 persona

        • Sembra un film d’azione… O.O
          Perché non ci scrivi un bel guest post da pubblicare in questa rubrica? Lo puoi gestire come ti pare, ad esempio, a me vengono subito in mente tre diversi aspetti tra cui scegliere: un racconto autobiografico su questo argomento; un articolo su ciò che si prova a esserne vittima; un articolo di consigli su come difendersi, fisicamente e psicologicamente, da chi l’ha vissuto… Insomma, ce n’è. Che ne pensi? 🙂

          "Mi piace"

  4. Io sono per la repressione totale dello stalker. Essendo uomo, dubito fortemente che una donna possa fare la stalker nei miei confronti, anche perché se è stata con me ha già conosciuto il mio bel carattere, quindi non le conviene, le conviene anzi starmi lontana.
    Per una donna io dico sempre: ma non avete un padre, un fratello, un amico che può suonargliele di santa ragione all’ex che fa lo stalker?
    Una volta ho scritto questa cosa su Facebook e una tipa ha cancellato il mio commento 🙂

    Piace a 1 persona

    • Io invece il tuo commento lo incornicio, perché quello dei “cugini”, che intervengono a protezione suonandole di santa ragione allo stalker, è una cosa che mi sono sempre chiesto anch’io… Forse si potrebbe rispondere che in questa società iperproibizionista da un lato ed eccessivamente esibizionista dall’altro, certi valori sono decaduti. Il buonsenso, ad esempio. Oggi se prendi uno stalker e lo meno, in galera ci finisci tu…
      Aspetta a dirlo, quando sarai uno scrittore famoso, vedrai quante stalker ti ossessioneranno… Scapperai, amico mio, scapperai a gambe levate! 😉

      Piace a 1 persona

      • Sì, si sono persi certi valori, quelli della famiglia che protegge i suoi membri. Qualche buonista senza cervello a questo punto parlerà di faida, di azioni tipiche dei mafiosi, ma non riesco a concepire un genitore che si rivolge alla giustizia se qualcuno gli ha stuprato la figlia o a un marito o fratello che se ne stanno tranquilli se la loro moglie o sorella viene molestata da uno stalker. Lo dico sempre io che non sono adatto a quest’epoca 😀

        Piace a 1 persona

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: