Scrivi ciò che ti piace leggere


Thomas Mann

…quando la scrittura è catartica

Scrivere romanzi è come andare al ristorante: alcuni dopo aver ordinato hanno sempre la sensazione di aver scelto le portate sbagliate; altri, invece, semplicemente si limitano a scegliere ciò che gli piace senza porsi il problema. Al ristorante io rientro nella seconda tipologia e, diversamente dalla mia compagna, non ho mai la sensazione di aver fatto pessime scelte. Nella scrittura di romanzi, ma non di racconti, invece non è così. Forse è per questo che ho abbandonato la stesura di ben sette (otto…) manoscritti, quasi sempre a metà dell’opera?

Refusion


refuso

…quando il refuso è un’arte

Qualè. Unaltro. Io piuttosto che tu. Ed anch’io penso che tu sia folle. Poichè. Perchè. Si, puoi farlo. Puoi anche leggere, questo post e non capirci, nulla. Sappi però, che io non sono un folle e tu non sei dislessico. O almeno, non lo sei diventato in questo momento. Ho solo voluto fare un piccolo elenco di refusi tipici, quelli che capita più spesso di leggere in un testo.

Lo ammetto, capita anche a me di farne. Anzi, ne faccio in quantità industriali e se da questa riga in avanti ne dovessi scorgere qualcuno, caro lettore, sappi che non sono voluti (forse…). Perché farlo? Perché l’argomento di questo post è il refuso, ovvero: è più meglio condire uno scritto interessante con qualche refuso, o scrivere storie noiose in maniera pulita?

La vita coniugale di uno scrittore


Due Rose e note

…quando l’amore non si abbina alla scrittura

Oggi la mia donna ha lasciato un messaggio sul desktop: “L’amore è un gioco a incastro, devi trovare il pezzo giusto”. Il messaggio è per me e il sottinteso è che lo siamo l’uno per l’altra. Mi sembra quindi arrivato il momento di scrivere un post sulla vita coniugale dello scrittore e la sua influenza nella scrittura.

Questo è un post che volevo scrivere da tempo, ma dato il tema delicato l’ho rinviato sempre, fino a oggi. Se è vero che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna, è altrettanto vero che scrivere è un mestiere solitario. Scrivere richiede concentrazione, dedizione e solitudine. Se si ha il terrore di restare soli, come avviene per parecchie persone, questo non è il mestiere giusto.

L’ipotesi da cui parto è che la vita coniugale, per quanto soddisfacente in sé, non faccia bene alla scrittura. Volete sapere se alla fine del post sarò ancora d’accordo con questa affermazione? Bene, non vi resta che leggere fino in fondo allora.

Scrivere con il metodo Stanislavskij


jack-nicholson

…quando la psicotecnica non è solo teatrale

Un romanzo non è altro che la narrazione di una storia. Una storia non è altro che un insieme cronologico di fatti capitati a qualcuno, ad esempio a un personaggio. La storia ha inizio da un incidente, qualcosa che scombina la normale routine quotidiana, che capita a un personaggio in un certo momento della sua vita.

Tutto ruota attorno al personaggio, o a più di uno. Il resto: l’incidente, la routine che viene sconvolta (che chiamiamo background), i singoli fatti che compongono la storia, l’ambientazione e il contesto storico; sono solo una scusa per parlare di lui. L’attenzione quindi che il narratore deve porre sul personaggio dev’essere massima.