I “classici” di oggi
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“Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.”
— Italo Calvino
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Analisi e classificazione di un genere letterario
La memoria, diceva Umberto Eco, ha due funzioni principali. La prima è contenere, ovvero fare da contenitore a ricordi non solo propri ma anche appartenenti alla propria famiglia, alla cerchia di amicizie e conoscenze, e alla comunità più in generale. La memoria, come contenitore, ci permette di avere un’identità. Senza identità saremmo come lo smemorato di Collegno: conteso da due mogli e incapace di scegliere quale vita vivere. La storia, in questo senso, è uno strumento della memoria collettiva.
La seconda funzione è quella di filtrare. Sarebbe infatti impossibile contenere tutti i ricordi e tutte le informazioni, nostre e altrui, che andiamo via via accumulando nel corso della vita. Finiremmo per somigliare a quei soggetti affetti dalla sindrome di Asperger: capaci di memorizzare nei minimi particolari le molte sfaccettature di un soggetto, ma incapaci di legarsi da soli le scarpe. Filtrare le informazioni, selezionarne alcune e scartare le altre, è quindi una funzione indispensabile per poter vivere pienamente. I classici, propriamente intesi, sono il risultato di entrambe queste operazioni.




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