Come superare pensieri suicidi
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“Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia.”
— Albert Camus
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Analisi di un articolo apparso su VICE
Stavo cazzeggiando nell’attesa che mi assalisse la voglia di lavorare al romanzo quando, nel mio solito giro di social, quotidiani online, chat, controllo della posta elettronica, noto un titolo che attira la mia attenzione: Consigli per superare pensieri suicidi, secondo chi c’è passato. L’articolo è apparso su VICE il 29 agosto 2018. Poiché prima dell’estate avevo scritto qualche post sull’argomento, poiché io stesso quest’anno ho avuto un paio di settimane buie, poiché la mia ex ex ex si è suicidata a seguito di quella che i dottori avevano diagnosticato una depressione maggiore, un titolo del genere era destinato ad accendere la mia curiosità.
Prima di conoscerla davvero, tutti facciamo sempre lo stesso errore. Scambiamo la “depressione”, ovvero una malattia cronica dell’umore, per svogliatezza, pigrizia, indolenza, fannullaggine. Avevo più o meno 27 anni e stavamo insieme da circa due quando lei si arrampicò su un edificio alto cinque piani, voltò le spalle al suolo e si lanciò nel vuoto. Non sopravvisse alla caduta. Invece io, mi sentii sollevato da un peso che gravava sulle mie spalle come se in groppa avessi portato una montagna. Per mesi le ero stato dietro. Avevamo seguito ogni tipo di terapia. Era stata ricoverata sia al reparto di igiene mentale dell’Amedeo di Savoia sia in una clinica privata, una sorta di grosso casermone, nei pressi di Viverone.
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