Come distinguere il bello dal brutto

.

merda d'artista

.

Fenomenologia dell’inutilità/utilità

La capacità di distinguere il bello dal brutto distingue a sua volta lo scrittore dal dilettante. Ogni professionista sa cernere tra il lodevole e lo scarto. In un certo senso, magari a istinto, persino il fruitore ne è capace. Il senso estetico è una delle caratteristiche che ci rendono umani. Passiamo la vita a compiere scelte, le quali molte volte sono il frutto del gusto. Questo è bello, quello è brutto. Questo mi piace, quello non mi piace. Like; don’t like. La donna o l’uomo che desideriamo, il cibo che mangiamo, lo spettacolo che guardiamo, il lavoro che vorremmo fare o facciamo; il libro che leggiamo… Scelte, né più né meno che questo. Ma come selezioniamo ciò che ci piace distinguendolo da ciò che non ci piace? In base a quali parametri discerniamo il bello dal brutto? Gli scrittori se lo domandano da sempre.

La scorsa settimana, lo ricorderete, ho chiesto ad alcuni amici il loro parere. L’assunto da cui sono partito è che uno scrittore, come ogni altro professionista, nel tentativo di perseguire la realizzazione della propria opera produce anche una certa quantità di scarto. La riuscita dell’opera, al di là di parametri più populisti, dipende dalla sua capacità di riconoscere lo scarto, gettandolo, dal lodevole, tenendolo. Loro hanno fornito la propria opinione; in alcuni casi anche molto divergenti. Oggi provo io a dare una risposta. Non ho la pretesa di risolvere il dilemma; mi pongo solo l’obbiettivo di inserire nel discorso una nuova prospettiva da cui guardare al problema.


Interrogativi ed esclamativi

.

pronomi-interrogativi-ed-esclamativi

.

Fondamenti di grammatica per aspiranti scrittori

Riprendiamo il nostro tour grammaticale osservando le forme interrogative ed esclamative di pronomi e aggettivi. Essi servono a rivolgere, appunto, un’interrogazione o a esprimere un’esclamazione. Le interrogazioni possono essere dirette o indirette; le esclamazioni possono riguardare la qualità («quale libro preferisci?»), la quantità («quanta abbondanza!») o l’identità («Chi c’è stasera?») di un soggetto/oggetto.

SINGOLARE PLURALE
MASCHILE FEMMINILE MASCHILE FEMMINILE
AGG. che che che che
PRON. chi chi chi chi
PRON. che, che cosa, cosa
AGG./PR.ME quale quale quali quali
AGG/PR.ME quanto quanta quanti quante

La tabella è tratta dalla grammatica di Luca Serianni[1]. La caratteristica che accomuna queste forme è che tutte possono essere adoperate come soggetto, oggetto o complemento: «chi sei?», «che cercate?», «dimmi di quanto hai bisogno» [esempi del Serianni]. Chi, lo abbiamo già detto a proposito dei pronomi relativi, anche in questo ambito si riferisce solo a esseri animati; che (che cosa, cosa) ha valore neutro. Quale si può apocopare davanti a vocale o consonante, esattamente come nel caso dell’omonimo indefinito, ma «tranne poche espressioni cristallizzate (qual è, soprattutto), il troncamento avrebbe sapore letterario»[2]. Quanto può elidere davanti a vocale: «quant’è?».


La Sicilia nel 1876

mafia-uccide

Diario di un romanzo

*** Questo articolo è tratto dai miei appunti di “viaggio” sul romanzo in “stesura” ***

Il concetto di viaggio, ci tengo a sottolinearlo, se associato alla figura del romanziere e alla stesura di un romanzo solo raramente riguarda una vera e propria escursione. In quel caso, di norma, si tratta di libri che hanno la forma dei diari di viaggio o guide turistiche. In tutti gli altri casi il viaggio è un volo pindarico alla scoperta del nucleo fondamentale di una storia, della sua vera essenza. Gli appunti che seguono sono molliche lungo il percorso.

______________________

Nella Relazione della Giunta per l’inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1875, stando a quanto sostiene Leopoldo Franchetti nel suo saggio La Sicilia nel 1876 – scritto in collaborazione con Sidney Sonnino, manca quasi del tutto e comunque in modo esplicito e dichiarato qualsiasi cenno al brigantaggio. Essa riconosce una certa elevata ricorrenza di fatti di sangue, il malandrinaggio nelle campagne e le associazioni di malfattori a cui sono attribuiti i ricatti in rasa campagna – poiché «è raro che non sieno preparati da lunga mano in conciliaboli di associati e di manutengoli nelle città»; ma li giustifica come conseguenza di una «minor preparazione dell’altre provincie italiane all’austero e difficile regime della libertà».


Like

bbc-rubrica

Il bello e il brutto in letteratura (… e nella vita)

Istruzione e cultura non sono la stessa cosa. L’istruzione la si acquisisce, ad esempio studiando, e lo si può fare in ogni stadio della vita; ma la cultura è un patrimonio dentro cui si nasce e si cresce. Essendo data, non è possibile acquisirla. Potremmo facilmente sostenere, ad esempio, che gli europei sono più colti dei loro cugini americani, anche se quest’ultimi quasi certamente sono più istruiti. Il contesto in cui si nasce e si cresce fa la differenza; ci forma così come siamo.

Il gusto alla bellezza non è svincolato da questo discorso. In un epoca come quella che stiamo vivendo, in cui non riusciamo più a distinguere il fatto reale dalla sua interpretazione, siamo certi di poter distinguere il bello dal brutto? Cosa, è bello? E cosa, è brutto? Che differenza c’è tra queste due entità? Può tutto essere ridotto a un semplice: like?

Poiché io a questa domanda non so trovare una risposta, ho deciso di chiedere il parere ad alcuni amici. La cosa che rende le loro risposte davvero interessanti, è che nessuno di loro era consapevole che sarebbero stati citati, così come le hanno scritte, in questo o in qualsiasi altro contesto. Sono risposte istintive, chieste su una chat o via mail. Non hanno la pretesa di risolvere l’annoso problema. Sono solo le loro risposte. E, in quanto tali, hanno valore assoluto.


Pronomi doppi e congiunzioni relative

10508-578f454d62e27a1695c5b1696c8c29cf

Fondamenti di grammatica per aspiranti scrittori

Ci siamo lasciati lunedì scorso con i pronomi relativi, oggi vediamo una variante: i pronomi doppi. E poiché tutto è relativo, e noi non ci facciamo mancare nulla, non possiamo non occuparci anche delle congiunzioni relative.

Pronomi doppi

Essi inglobano in sé due distinti pronomi, ad esempio: un dimostrativo e un relativo («Verserò subito il dovuto a quanti ancora non hanno preso lo stipendio» = a quelli che), o un indefinito e un relativo («c’è chi scrive sui muri dei bagni» = qualcuno che). A differenza dei pronomi relativi, i pronomi doppi non richiedono un antecedente: esso è già sotteso in essi.