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Interiezioni primarie


Le interiezioni primarie stanno ai margini del nostro sistema linguistico, presentando una grafica e una fonetica del tutto peculiari. Il grafema h, ad esempio, compare spesso o in posizione finale (mah) o all’interno di parola (ehi), ma solo occasionalmente ha un reale valore fonetico. Tuttavia allo scrittore torna comodo per evitare «omografie» (e ed eh potrebbero confondersi fra loro se non fosse per la h); diventando così un marchio distintivo dei monosillabi esclamativi.

L’interiezione


Dopo le congiunzioni e i connettivi siamo giunti alle interiezioni. Il termine indica una parola invariabile per genere e numero che esprime una «reazione improvvisa dell’animo»[1] (gioia, rabbia, sorpresa, dolore, ecc.) o manifesta un’intenzione precisa (un ordine, un saluto, una preghiera, ecc.). Nel colloquio orale è spesso accompagnata da un gesto («Alt!», disse la guardia parando la mano); in quello scritto è spesso graficamente seguita da un punto esclamativo o interrogativo – quando si vuole indicare meraviglia, perplessità, incredulità («Eh?») – oppure da tre puntini, se si vuole indicare incertezza o esitazione: «Mah…».