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La funzione degli Archetipi


In letteratura l’archetipo è un modello da seguire, inteso come “primo esemplare” di una certa “cosa” da usare come metro e come guida per altre costruzioni simili. Il vampiro di Bram Soker, Dracula, è forse il primo archetipo del suo genere e quando si scrivono altre storie sui vampiri o si introduce il personaggio del vampiro è inevitabile il confronto con esso. I personaggi però non sono gli unici ad avere degli archetipi, anche i romanzi hanno i loro.

Il romanzo al tempo dei Greci


Forse non tutti sanno che anche i greci, quelli dell’antica Grecia, scrivevano romanzi. Siamo abituati a immaginarceli presi dal loro filosofeggiare o intenti a comporre poemi, eppure di romanzi greci ce ne sono giunti cinque. Solo che loro non li chiamavano così – il termine romanzo [s.m. dal fr. ant. romanz, uso sostantivato dell’agg.] indicava in origine un componimento in lingua romanza, cioè derivante dal latino (francese, spagnolo, italiano, ecc.), sia in versi sia in prosa, che narrava avventure eroiche col fine di dilettare il lettore –, i greci anzi non davano alcun nome a questo tipo di componimento, perché giudicavano la “narrativa d’intrattenimento” così bassa da non essere nemmeno considerata letteratura d’evasione. Insomma fecero di tutto per dimenticarsene e per farci dimenticare che questo tipo di scritto è forse antico quanto la scrittura stessa (il romanzo Aḥīqār, nato in ambiente aramaico sotto l’influenza culturale assiro-babilonese, risale addirittura al 6° secolo a.C.; ma ce n’è uno ancora più antico, Sinuhe, narrazione egizia in prima persona risalente al XVIII secolo a.C.).