Con questo post non sto parlando di fatti; piuttosto sto parlando di amicizia, sto parlando di uomini, sto parlando di me, sto parlando di cose buone: il buono del web.


Perché alcune anime non sono fatte per stare in gabbia, e quando volano libere ti si riempie il cuore di gioia…


Con me porterei un taccuino. Perché tanto lo so che la voglia di scrivere tornerà a ruggire. Adesso è assopita, ma tornerà. Torna sempre…


Di recente sono andato a trovare mia madre. Mi ha consegnato un plico di cose che ho scritto da ragazzo. Le ha raccolte e conservate con cura in una busta gialla. Tutta robaccia che non ricordavo nemmeno più di aver scritto. Questo, in particolare, è un breve sketch teatrale. Avevo diciassette anni. Era il ’94. Forse sono un po’ nostalgico, ma ho deciso di proporvelo così come lo scrissi.


Insomma, pubblicare è come vivere: c’è la gioia e ci sono i dolori. La prima è quasi sempre al singolare, i secondi quasi sempre al plurale. Ma se non ci fossero entrambi, forse di vivere non ne avremmo la voglia.