Gli indefiniti quantitativi
Fondamenti di grammatica per aspiranti scrittori
L’ultima volta abbiamo visto i pronomi e aggettivi negativi, oggi parliamo dei quantitativi. Essi sono l’ultimo gruppo tra gli indefiniti, ed esprimono una quantità generica nello spazio («oggi c’è molta nebbia»), nel tempo («verrò tra pochi minuti»), o in astratto («hai troppa pazienza con lei»).
AGGETTIVI E PRONOMI |
|||
SINGOLARE |
PLURALE | ||
MASCHILE |
FEMMINILE | MASCHILE | FEMMINILE |
poco |
poca | pochi | poche |
alquanto |
alquanta | alquanti | alquante |
parecchio | parecchia | parecchi |
parecchie |
molto | molta | molti |
molte |
troppo | troppa | troppi |
troppe |
tanto | tanta | tanti |
tante |
altrettanto | altrettanta | altrettanti |
altrettante |
Questa tabella, presa dalla Grammatica del Serianni[1], raccoglie tutti i quantitativi, che siano essi aggettivi («ho poca voglia»), pronomi («ne ho già bevuto molto»), sostantivi («quel tanto che basta») o avverbi («Non lavorare troppo»).
I quantitativi possono essere accompagnati sia dall’articolo sia dall’aggettivo dimostrativo (tranne alquanto, parecchio, altrettanto): «i molti libri della biblioteca andarono dispersi» [Serianni], «le armi diverse di quelle tante truppe» [Bacchelli]. Sono passibili inoltre di alterazione (tranne alquanto, troppo e altrettanto): «Un pochino, signor dottore» [Manzoni]. Infine, con un complemento partitivo, possono essere adoperati con valore neutro.
«È una costruzione oggi comune solo con (un) poco, che in tal caso si presenta spesso nella variante apocopata po’».[2]
Tuttavia non sono rari anche i costrutti con molto («c’è molto di snobismo in questo sistema di cooptazione»), e con quel tanto («quel tanto che basta per essere accettati»).
Altrettanto si distingue dalle altre sei forme perché indica un raffronto tra due grandezze, con valore relativo: «nella sala c’è altrettanto nervosismo». Tutti gli altri quantitativi, invece, esprimono una «gradazione assoluta»[3], che dà luogo a una scala: «nella sala c’era poco / alquanto / parecchio / molto / tanto / troppo nervosismo».
Più nel dettaglio…
Alquanto indica a volte una quantità inferiore, altre equivalente a parecchio: «rispose con molta fretta e alquanta stizza la vecchia, benché volesse mostrarmisi benevola» [Nievo]. Il suo uso è prettamente letterario.
Parecchio per tradizione era usato solo al plurale, almeno fino al secolo scorso, oggi va bene anche al singolare: «come toscani e fiorentini noi vogliamo dir, se ci piace, c’è parecchio tempo, avanza parecchia roba» [Fanfani-Arlia].
Molto ha una variante prettamente toscana, sia nell’antico che nel moderno, che è di molto: «io l’ho provato a mie spese, perché mi sono capitate dimolte disgrazie» [Collodi].
Per tanto si distinguono cinque differenti valori:
- Come aggettivo concorre con molto, ma è di uso obbligatorio in alcuni costrutti esclamativi di carattere famigliare: «tante cose!», «ti voglio tanto bene!».
- Rispetto a molto esprime l’idea si “così grande” o anche di “così numeroso”, a seconda del contesto: «ho tanto sonno», «il chiasso e il ronzio di tante voci» [Manzoni].
- Come pronome, con valore neutro, può avere funzione anaforica: «tanto dovevo andare via». Molto usata, con questo valore, la locuzione conclusiva tant’è: «Ce ne vorrebbero di più, di bei denari, ma tant’è».
- Sia come aggettivo che pronome entra in numerose correlazioni: introducendo una consecutiva («ho tanto sonno che non mi reggo in piedi»); reggendo una comparativa in parallelo con quanto («don Abbondio aveva forse tanta voglia di scaricarsi del suo doloroso segreto, quanta ne avesse Perpetua di conoscerlo» [Manzoni]); in parallelo con se stesso («tanti paesi, tante usanze»).
- Come aggettivo o aggettivo sostantivato indica una quantità generica: «un tanto al litro».
- Infine ha valore pronominale in espressioni idiomatiche: «se tanto mi dà tanto», «non c’è tanto da stare allegri», «ne dice tante», «ne fa tante», «gliene diedi tante»; anche in costrutti partitivi: «con tanto d’occhi», «tanto di cappello».
Scappatelle
Tra gli indefiniti quantitativi possono occasionalmente trovarsi singole forme che di per sé rientrano nella categoria degli aggettivi (diverso, vario) o degli avverbi (più, assai). Diverso e vario, ad esempio, assumono funzione indefinita se anteposti al sostantivo: «diversi discorsi», «vario tempo», indicando una discreta quantità analogamente ad “alquanto” o “parecchio”. Qualche volta i due valori, qualificativo e quantitativo indefinito, sono compresenti: i fili di vari colori sono «diversi l’uno dall’altro, ma anche di “parecchi” colori»[4]. Diverso e vario si usano più spesso al plurale in funzione di aggettivi, ma non è impossibile trovare esempi di diversi adoperato come pronome: «si cascine, un po’ per scherzo un po’ sul serio, già diversi me n’hanno offerte» [Pavese].
Anche più può essere usato come aggettivo indefinito: «sarò assente più settimane», senza articolo e al plurale. In altri casi mantiene il suo valore comparativo tipico dell’avverbio: «il più è fatto» (come pronome sostantivato neutro al singolare); «i più tirano i meno» (come pronome sostantivato maschile al plurale).
Assai, adoperato come aggettivo indefinito («in assai digressioni» [Foscolo]) o come pronome («assai n’erano che nella strada pubblica […] finivano» [Boccaccio]), è di uso arcaico; oggi è solo avverbio.
Conclusioni
Sono diverse le sottigliezze a cui l’italiano, come lingua, è avvezza: parecchie per alcuni, poche per altri, troppe per i molti. State bene.
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Note
[1] Luca Serianni, Grammatica Italiana, UTET 2006
[2] Ivi p. 309
[3] Ivi p. 310
[4] Ivi p. 311
Fa troppo freddo stamani, ma gli impegni sono tanti, anche troppi. Sono altrettanto convinta che porterò a termine molto di ciò che ho programmato. Intanto caffè. Con tanto o poco zucchero? Parecchie volte con il miele ( non è vero 😛, ma ci stava bene).
Sono alquanto ispirata, seguo la creatività. Buona giornata. 😊
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A te. 🙂
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Io uso troppo spesso del “po’” 🙂
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ops dovevo scrivere il “po’”
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Un po’ va bene, ma il troppo stroppia. 😛
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Ho come la sensazione che manchi qualche forma, ma non saprei quantificarle… diciamo un tot.
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Prova a cercarle. Quando le avrai trovate, torna.
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Era “tot”. Sarei curioso di capire come venga classificato nella grammatica, se tra gli indefiniti quantitativi o altrove.
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L’avevo capito, certo. Non saprei, a memoria non lo ricordo. Appena posso, consulto.
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Ok, poi fammi sapere; con comodo.
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