Come raggiungere il massimo dell’efficienza nella scrittura

Organizzazione-della-giornata-750x465.jpg

L’organizzazione della giornata

Quando si dice il mattino ha l’oro in bocca si tralascia sempre di specificare che, di conseguenza, devi anche svegliarti presto. C’è da dire che in Bulgaria la mia sveglia era puntata alle 5 del mattino, e non andavo mai a letto prima della mezzanotte. Sia come sia, ogni scrittore ha una sua fascia oraria in cui rende di più; in cui la sua materia grigia, per parafrasare Hercule Poirot, è capace di maggiore concentrazione. La concentrazione nella scrittura, come nella vita lavorativa in generale, è tutto. Quella che la maggior parte degli aspiranti scrittori, o degli scrittori “paraculi”, chiama impropriamente ispirazione, non è altro che uno stato di serenità mentale e di benessere generale tale da permetterti di calarti completamente in quello che stai facendo: concentrazione, appunto.

La mia capacità di concentrazione raggiunge il suo picco dalle 8 del mattino a più o meno la mezza. Se prima di cominciare ho anche la voglia e l’opportunità di fare una mezz’oretta di passeggiata non eccessivamente stancante, ovvero a passo leggero, quando mi metto a scrivere (o a lavorare) riesco a concentrarmi ancora di più. Questo significa che per trarre il massimo profitto, devo necessariamente scrivere al mattino; cosa che in genere non è possibile fare, salvo che nel week end.

Conoscere se stessi è importate. La mia fascia oraria per raggiungere il massimo grado di efficienza nella scrittura, l’ho scoperta abbastanza in fretta. Come? Facendo delle prove. Per tre mesi di fila mi svegliavo tutti i giorni alle tre del mattino, così da avere quattro ore buone di scrittura prima di prepararmi per andare in ufficio. Ma un po’ a causa della sonnolenza, un pò a causa della tensione di avere una scadenza oraria inderogabile, la mia scrittura in quella fascia oraria rendeva pochissimo. Per un mesetto, prima di rinunciare del tutto, ho anche spostato la sveglia di un’ora, riducendo da quattro a tre le ore di scrittura: peggio che mai.

Scrivere di sera, appena rientrato a casa dal lavoro o dopo cena, non se ne parla neanche. Con tutto lo stress della giornata lavorativa sulle spalle è difficile trovare la serenità mentale necessaria per concentrarsi e scrivere con scioltezza. E a stomaco pieno, esclusa la colazione, non si scrive per nulla. Potete credermi, ho provato anche questo. Il sangue è tutto accumulato nello stomaco e non trova il tempo di fare due passi nel cranio. Questo significa che anche nella pausa pranzo, a meno di non volerla saltare del tutto, non si riesce a scrivere bene. Vale tanto nello sport quanto nella scrittura: mai a stomaco pieno!

Resta la notte. Alcuni scrivono benissimo di notte. Il silenzio, la protettiva tranquillità delle tenebre, la quiete che solo le ore di veglia notturna sono in grado di donarti è di stimolo a molti scrittori/artisti. Di notte, dopo essermi lasciato lo stress della giornata alle spalle e aver permesso al mio corpo di digerire una cena frugale, la mia scrittura non è tanto malvagia. Non tanto malvagia però, non è sufficiente. Intendiamoci, se non ci sono alternative si fa come si può. Ma potendo scegliere, il mio massimo lo raggiungo nella prima parte della mattina: quando il corpo è ancora riposato per la notte di sonno e il mio cervello è sgombro da altri pensieri.

Sia chiaro: questo vale per me, non è detto valga per tutti. Ad ogni modo, se anche per voi la fascia oraria di maggiore rendimento nella scrittura è quella del mattino; e se anche voi, come me in questo periodo, vi trovate in uno stato di necessaria disoccupazione lavorativa, ecco che seguire un programma di organizzazione della giornata può rendere più produttiva ed efficiente la vostra scrittura. Condivido con voi il mio, nella speranza che possa esservi utile.

PROGRAMMA GIORNALIERO

7,30 sveglia!

7,35 quattro minuti di plank (esercizi)

7,40 toilette

8,00 colazione

8,15 mezz’ora circa di passeggiata nel parco

9,00 quattro ore filate di scrittura

13,00 pranzo

13,30 svago: due ore di lettura conforme al romanzo in stesura

15,30 un’ora di inglese su Babbel

16,30 merenda

16,35 un’ora circa di ripasso di grammatica italiana

17,30 correzione bozza del mattino

19,00 cena

19,30 svago: film in streaming o lettura a piacere

21,30 nanna!

Svegliarsi presto è importante, dicevo. Altrimenti si rischiano due cose: la prima, di bruciarsi l’intera mattinata; la seconda, di essere catatonici per il resto del giorno. È scientificamente provato, infatti, che la quantità di adrenalina che il corpo si autoinietta per sostenersi durante il giorno, dipende dall’orario in cui ci si sveglia: prima ci si sveglia, maggiore è questa quantità. Ma svegliarsi troppo presto non è altrettanto opportuno. Anche in questo caso si rischia di essere eccessivamente indolenti e di non riuscire a recuperare durante la veglia le ore di sonno perdute. Per quanto mi riguarda, le sette e mezza sono un buon orario per alzarsi dal letto. Alzarsi dal letto significa che la sveglia l’avete puntata almeno 15 minuti prima!

Alcuni preferiscono camminare o fare un po’ di esercizio la sera. Io preferisco dedicare a questa attività una mezz’ora nella fascia mattutina, subito dopo essermi alzato dal letto e aver fatto colazione. Gli esercizi non devono affannare il corpo e stancare la mente. Non devono, cioè, essere causa di stress per il fisico o il cervello. Ecco che al plank dedico allora solo cinque minuti, ed eseguo l’esercizio necessariamente a stomaco vuoto. La passeggiata, invece, la faccio dopo colazione. Serve a svegliare il corpo e la mente con leggerezza e calma dopo il periodo di riposo notturno, ed aiuta anche a digerire la colazione prima di mettersi a scrivere.

Dopo pranzo, come mi hanno insegnato fin da bambino, non si dovrebbe né lavorare né fare attività fisica pesante; ma nemmeno riposare. Il pisolino a cui molti si adagiano nella fase digestiva è deleterio tanto per il fisico quanto per la mente (oltre al fatto che si accumula in questo modo più facilmente grasso, perché ciò che stai digerendo finisce per diventare riserva adiposa per i periodi di magra). Allora cosa c’è di meglio dopo pranzo che dedicare due orette alla lettura? Poiché per raggiungere la massima efficienza è comunque necessario restare concentrati su ciò che si sta scrivendo, scegliere una lettura che possa essere conforme o di ausilio alla propria produzione resta una scelta ottimale. In questa fascia oraria io ho scelto di leggere Satyricon, il romanzo latino scritto da Petronio. Quando lo finirò, e lo finirò ahimè fin troppo in fretta, ho già in programma Le metamorfosi di Apuleio e, successivamente, Ab Urbe condita libri di Livio. È ovvio che sto lavorando a un romanzo ambientato in epoca romana.

Verso sera, dopo aver lasciato trascorrere abbastanza tempo dalla fase di produzione, così da aver perso quella particolare affinità che si ha con un testo immediatamente dopo la sua stesura, mi dedico alla correzione delle bozze mattutine. La memoria svuotata dal ricordo di ciò che si è scritto, grazie ad altre attività, non può fregarti facendoti ignorare i refusi che inevitabilmente al mattino, un po’ per la fretta di scrivere, un po’ per l’eccessiva concentrazione sul contenuto, hai prodotto quasi ad ogni frase. In realtà, nel mio caso, sono abbastanza pignolo. Quasi tutti raccomandano in fase di stesura di fregarsene completamente tanto dei refusi quanto della grammatica. Io non ci riesco. Torno a rileggere a ogni paragrafo e correggo immediatamente. Questo, ne sono consapevole, mi fa perdere un sacco di tempo e limita la mia efficienza; ma tant’è. Quindi la fase di revisione a me serve non tanto per correggere eventuali refusi o aggiustare la sintassi di una frase, quanto per valutare se le immagini prodotte al mattino hanno un senso, sono conformi alla scaletta della trama e se sono anche gradevoli da leggere.

La sera, prima di mettersi a letto, sia per svagare la mente sia per permettere al corpo di digerire prima di sdraiarsi, è altrettanto opportuno dedicarsi a un’attività divertente. Possono essere due chiacchiere con gli amici, ma in genere gli amici ti fanno fare tardi… Allora perché non scegliere di guardare un film (un film, non il Grande fratello vips!) o una lettura a piacere? A piacere significa: una lettura diversa da quella del primo pomeriggio. Perché? La risposta è ovvia: per permettere al cervello di staccare. L’eccessiva concentrazione su un unico argomento, sempre lo stesso, finisce per stressarlo. Il giorno dopo produrre potrebbe essere difficile. In questo periodo ho scelto di leggere Il trono di spade, di George R. R. Martin. Vale a dire una lettura non complessa, d’intrattenimento e non legata al mondo romano, ma che può comunque tornarmi utile (studiare gli altri autori è sempre utile!).

Infine, andare a letto presto, a meno di non dover obbligatoriamente partecipare a un rave party zeppo di anfetamine, è importante per donare al corpo e alla mente un bel po’ di ore di sonno con cui rigenerarsi. Certo, se vi capita di poter fare del sesso occasionale e sicuro (e se siete sposati da un po’ è sicuramente sesso occasionale!) non rinunciateci a causa del programma. Non è un diktat. Potete anche decidere di ignorarlo, il programma. Ma poiché, come nello sport, l’astinenza aiuta le prestazioni…

Questo è il mio programma giornaliero per rendere le mie giornate più produttive e meno dispersive. Spero possa esservi utile. Nulla vi impedisce di imbastirne uno su misura.

43 Comments on “Come raggiungere il massimo dell’efficienza nella scrittura”

  1. Ci vuole disciplina in scrittura, è vero. Con due bambini, però, non posso essere così fiscale. Gli imprevisti sono all’ordine del giorno e metti pure che programmo è la volta buona che crollo e dormo. Dormire poco non fa per me, non avrei energia per i bambini e affrontare la giornata. Scrivo tutti i giorni, ma non so a che ora, dipende dalla giornata. Concordo sulla costanza. Sul rave party non ce la posso (e non voglio fare). La sera, specie per i non più giovani, è meglio dormire. 😂😄

    Piace a 1 persona

    • Naturalmente concordo. Tuttavia approfitto del tuo commento, cara Tiziana, per affermare quanto segue: la maggior parte delle persone, me compreso, vedono la scrittura come un hobby o un passatempo. Se invece la vedessimo come un lavoro vero e proprio ecco che tutto il resto, il nostro mondo quotidiano, si adeguerebbe. Per intenderci, quando ti rechi al tuo posto di lavoro e svolgi la tua attività lavorativa per le successive otto ore, a meno che uno dei tuoi figli non stia male e non lo debba accompagnare dal dottore, tutta quella che è la tua quotidianità in casa sparisce per lasciare posto solo ed esclusivamente all’attività lavorativa. Quello che intendo dire, in termini assolutamente generici, è che la scrittura vista come un lavoro è un’altra cosa rispetto alla scrittura vista come passa tempo.

      Piace a 2 people

        • Ovviamente. Non c’è nulla di male nel vederla come un passatempo o, ad esempio, una cura contro la depressione (dicono funzioni). Ma se deve essere un lavoro, va vista come tale. Non ci sono vie di mezzo, secondo me. 🙂

          Piace a 1 persona

          • Anche secondo me.
            Sul fatto che la scrittura sia terapeutica per tutti è certo. Invece posso dirti, visto che l’ho studiato questi mesi, che esiste una scrittura che aiuta a superare i traumi (seri). Viene attuata in psicologia. Per chi piace l’argomento posterò sul blog l’articolo che sarà scritto a coppia, non solo da me. Lo stiamo terminando.
            Piccola digressione. 😊

            Piace a 3 people

  2. Molto metodico; del resto noi umani siamo fatti in un modo tale, che mettere ordine, anche dove manchi affatto, ci aiuta moltissimo. Una piccola curiosità sul romanzo, se è lecito chiedere, stimolata dalle letture pertinenti che hai indicato: più o meno in quale periodo della Storia romana dovrebbe svolgersi? Mi incuriosisce questo punto perché i tre libri che citi sono stati scritti in momenti diversi, e l’ultimo non è ambientato nel presente dell’autore.

    Piace a 1 persona

  3. Che strano e io che pensavo che ti chiamassi Salvatore e non Benedetto. La tua regola mi sa molto di monachesimo. Attività pianificate, orari cadenzati, uhm… non fa per me.
    Il tuo metodo sicuramente è più efficace del mio, ma io sono per lo stile genio e sregolatezza. Il mio momento migliore per scrivere è random. Ci sono momenti in cui non ho voglia di scrivere e non scrivo, lo sforzo di stare lì a doverlo fare è deleterio sulla qualità di ciò che si scrive. Viceversa, ci sono attimi in cui la necessità di scrivere vince su tutto il resto. Il guaio è quando l’euforia della scrittura ti prende quando sei in bagno, stai guidando, o sei in mezzo ad altra gente. Per fortuna hanno inventato santa Siri e puoi dettare a lei il flusso della scrittura. Lei è comoda perché puoi ammazzare la gente nella fiction e lei scrive senza nemmeno porti domande. Certo, qualche volta mi denuncerà alla polizia come sospetto serial killer, ma fa parte del bello della vita. XD

    Piace a 3 people

    • Di genio e sregolatezza, soprattutto l’ultima, sono piene le sale d’attesa degli Alcolisti Anonimi… 😛

      Scherzi a parte, l’immagine del genio solitario che, preso dall’ispirazione, ardendo di un sacro fuoco salvifico, si getta notte e giorno sul proprio romanzo, emergendone una settimana dopo con un manoscritto/bestsellers in grado di cambiare il corso e destino della letteratura mondiale è, purtroppo, un’immagine molto romantica. Poi c’è la realtà.

      La realtà è fatta di duro lavoro, impegno, caparbietà ed esercizio; di pianificazione, riscritture, tentativi andati male e tentativi andati bene; di costanza, sudore, fatica e… metodo. Ecco, il metodo può anche non essere “monacale” come emerge dal mio post, ma alla fine deve essere simile a quello che la gente comune fa tutti i giorni della propria vita nel proprio posto di lavoro. Dovrebbe, cioè, assomigliare più a un lavoro, noioso e ripetitivo, che a qualcosa di santo: tipo illuminazione divina.

      Essendo di indole dispersiva e stravagante, se non mi do una regola monacale, appunto, ahimè finisco per concludere poco. E già così non che faccia miracoli… 🙂

      Piace a 1 persona

      • E lo dici a me che ho pubblicato due romanzi? Conosco la fatica di scrivere per pubblicare. Di editare fino alla nausea un testo e tutto il resto. Nessuna aura romantica dell’ispirazione.
        Io non parlo di quella ispirazione romantica. Io parlo di quei momenti durante la giornata in cui lei idee fluiscono rapide, sciolte, in cui trovi soluzioni, ti sovvengono i dialoghi.
        Almeno io funziono così.
        Poi adesso in questo periodo sono in modalità tour de force. 3 mila parole al giorno in quattro ore. La metà la mattina, il resto del pomeriggio sera.
        Anche se il cervello fonde, intanto bisogna stendere la prima pennellata di fondo del romanzo. Poi si va a rimodellare, buttare, correggere e tutto quel che occorre.
        Hai ragione, scrivere è un lavoro, non un hobby per caso.

        Piace a 3 people

  4. Sembra il mio programma giornaliero nei giorni in cui non lavoro! Con alcuni aggiustamenti, per esempio la passeggiata mattutina non la faccio, ma di solito attacco la mia ora di palestra alla fine della mia giornata lavorativa, quindi il movimento lo faccio in quei momenti e basta, limitata a due volte a settimana. Io scrivo molto bene al mattino, quindi cerco di alzarmi presto nei week end e scrivo 3 o 4 ore sabato e domenica mattina, sempre che non debba andar via per una gita fuori porta (anche la mia dolce metà ha le sue esigenze e ogni tanto un giretto lo facciamo). Il resto della giornata leggo nei brevi momenti di pausa che ho, ma non è detto, di solito una revisione la faccio prima di scrivere il seguito, rileggo quello che ho scritto il giorno prima. Poi quando con il lavoro sono in pari (capita poco ma ogni tanto capita) e quindi riesco a uscire alle 17.00 senza fare straordinari, torno a casa e riposo fino alle 18.00 (nel senso che mi appoggio sul divano in relax per svuotare la mente dallo stress lavorativo) poi mi metto lì un paio di ore prima di cena, in questo caso riesco a scrivere anche verso sera. Capita poco, ma capita…

    Piace a 1 persona

  5. Uhm, io devo essere l’eccezione che conferma la regola.
    Mi sveglio già alle 7.30, a volte anche prima per errore (cioè i miei reni da corsa), e non vado a letto prima delle 0.30 (e se sono in ritardo col post e wodpress decide di farmi impazzire anche le 2.00, anche in giorni lavorativi). Ufficio alle 9, dopo un tour rally in tangenziale, o dopo aver smistato un po’ di social e mail personali, se sono in telelavoro (capita per vari motivi aziendali). Pranzo dalle 13 alle 14 che corrisponde a chiacchiere di libri e moto con colleghi o super corsa della pignatta se sono a casa (faccio la pasta più veloce del mondo, leggendo).
    Dovrei staccare alle 18.00, ma capita la telefonata del collega che cercavi tutto il giorno ed era dal cliente, capita i rilasci che partono alle 18.00 (quando staccano gli impiegati, arriviamo noi a cambiargli i sistemi sotto i piedi per il giorno dopo 😀 ), capitano anche i rilasci durante tuuuuutto il weekend, ma sono rari e gestibili per tempo. Due sere a settimana mega corsa di vestizione stile Batman e sono già in palestra alle 19. A STOMACO PIENO. Se io entro in palestra a stomaco vuoto mi mangio i manubri da 3 kg, i tappetini in gomma, gli step e pure il sacco da boxe. E il mio stomaco ancora brontola che lo senti fino a Torino. Quindi, prima della palestra yoghurt greco bianco 0% (=proteine). Sabato o domenica vado a camminare per un’ora dopo pranzo, a stomaco pieno (però dovremmo chiarire quanto pieno: 70 gr di riso o 80 gr pasta poco condita, il caffè al ritorno). Se scrivo uguale, a stomaco pieno, non posso farmi distrarre dall’appetito. Vero è che mangio spesso ma leggero (dieta MPC signori, un altro kg andato da gennaio). Al rientro da palestra/lavoro, accendo il mio laptop-macchina da scrivere, con attività mista tra ricerca, blogging e scrittura, compresa gestione dei contatti e della parte informatica della cosa. Poi ci sono le deroghe: il film, la serie tv, la telefonata, il libro da leggere alle ultime pagine, il bunga bunga 😀 Ma prima delle 0.30 non ho finito, e andrei avanti ancora se non sapessi che il giorno dopo devo tornare efficiente e tocca proprio dormire almeno un pochino. Il week end no, la sveglia non suona e se mi gira io mi alzo anche a mezzogiorno. Mi alzo, non mi sveglio… 😉

    Piace a 3 people

    • Mi hai fatto venire l’ansia…

      (Comunque, yoghurt greco bianco 0% non lo considero un pasto. Da quello che scrivi, non sei praticamente mai a stomaco pieno…)

      "Mi piace"

      • Se intendi stomaco pieno da pranzo di matrimonio con 5 antipasti, 3 primi, 2 secondi, 7 contorni, tris di dolci, torta nuziale, caffè e ammazzacaffè… no, nemmeno ai matrimoni mangio così! 😉

        "Mi piace"

        • Hai appena descritto la mia colazione ideale. 😛

          (Non ha caso sto scrivendo un libro sugli antichi romani: erano dei commensali fantastici!)

          "Mi piace"

  6. Stavo giusto pensando che mi devo dare una regolata, anche se come Marco a volte mi arrivano le idee alle ore più impensate, anche io in macchina detto alla mia app che annota l’idea che mi è appena balenata in testa, oppure alla mattina cerco il computer ancora ad occhi chiusi per scrivere il sogno prima che svanisca. Mi stamperò il tuo programma, lo studierò per bene e cercherò di adeguarlo ai miei ritmi. Mi chiedevo, cosa fai in quell’ora di grammatica italiana, esercizi?

    Piace a 1 persona

  7. Ciao, ho da poco aperto il mio blog su wordpress e mi sto guardando in giro per trarre ispirazione da chi ha già una certa esperienza.
    Il tuo programma di lavoro per la scrittura è molto rigoroso, denota una grande motivazione. Io scrivo più a scappatempo e, immagino anche per questo, vado molto a rilento.
    Anch’io comunque ritengo importante appuntare subito quando mi balena in mente un’idea. Infatti mi è già successo di aver avuto qualche illuminazione in un momento in cui non potevo mettermi a scivere e, quando mi sono seduta davanti al computer, me la sono sentita scivolare via come saponetta dalle mani…

    Piace a 1 persona

    • Ciao Annamaria, benvenuta nel mio blog. La determinazione è tutto, mi pare. E non solo nella scrittura, ma in ogni cosa. Se vuoi arrivare da qualche parte, devi metterti le gambe in spalla, come si suole dire, e cominciare a camminare. Il resto è storia.

      Per quanto riguarda l’ispirazione e le idee, sono dell’opinione che se un’idea è buona, davvero buona, non scivola via come una “saponetta dalle mani”. Quelle che dimentichiamo, non erano idee valide. Quelle che restano radicate nel nostro cervello, anche se non ce le appuntiamo, hanno una buona probabilità d’essere idee interessanti.

      Piace a 1 persona

  8. Ciao! La suddivisione della tua giornata mi ha ricordato in parte quella dell’autore giapponese Murakami. Ti consiglio di provare a leggere il suo libro “Il Mestiere Dello Scrittore”, che personalmente ho trovato davvero molto interessante (anche perché anch’io sto lavorando per diventare uno scrittore…).
    Un esercizio che pratico per tenere viva la mia creatività è quello di tenere un taccuino in cui annotare i particolari di persone affascinanti che incontro durante la mia giornata, non so, magari può essere utile anche a te! (se ti interessa, ho scritto un piccolo articolo su questo: https://samuelecornalba.wordpress.com/2018/09/07/non-sono-un-maniaco-lo-giuro/ )

    Piace a 1 persona

    • Conosco Murakami e so cosa dice nel suo libro anche se non l’ho letto. Non sempre serve leggere un libro per sapere cosa contiene (Eco docet). L’idea del taccuino è vecchia almeno quanto il romanzo moderno, ma resta sempre una buona idea. Io preferisco catalogare tutto nella mia mente. Scrivere a mano mi fa perdere tempo e non riesce mai a rendere l’impressione che mi comunica un certo particolare. Tutto ciò che scivola via dimenticato, non era buon materiale. Quello che resta, è ottimo e va adoperato. Ma, in realtà, abbiamo già dentro di noi tutto quello che serve.

      Ti ringrazio per il commento e per essere passato da queste parti a leggermi. Ti chiedo solo una cortesia: non è buona etichetta commentare gli articoli altrui inserendo un link a un proprio blog. In questo ambiente è sinonimo di maleducazione. Se fai commenti arguti, coloro che lo leggono e ne sono stupiti o interessati verranno a cercarti anche se non inserisci un link. Lo dico per esperienza, sia da commentatore sia da autore. Questo blog ha ormai quattro anni.

      Piace a 1 persona

      • Ho provato anch’io a memorizzare semplicemente i dettagli anziché scriverli, ma spesso mi capitava che col tempo venissero distorti e perdessero quel sapore di autenticità che tanto mi piace.

        Grazie per l’informazione riguardo il link, non sapevo fosse così malvisto pubblicizzarsi in questo modo. L’ultima cosa che voglio è risultare invadente o maleducato, ne prendo atto ed eviterò sicuramente di rifarlo, grazie!

        "Mi piace"