Avverbi interrogativi e esclamativi

Avverbi interrogativi

Fondamenti di grammatica per aspiranti scrittori

Lo scorso lunedì abbiamo parlato di avverbi di giudizio: quelli di affermazione e di negazione; oggi invece vediamo gli avverbi interrogativi e esclamativi. Essi introducono una interrogativa diretta: «quando pensi di arrivare?». Si possono distinguere in avverbi interrogativi di luogo: «dove stai andando?»; avverbi interrogativi di tempo: «quando arriva papà?»; avverbi interrogativi di modo: «come ci sei riuscito?»; avverbi interrogativi di misura: «Quanto è lungo il ponte di Brooklyn?»; avverbi interrogativi di causa: «Perché gli hanno sparato?».

Per quanto riguarda gli interrogativi di luogo, accanto a dove esistono altri tre avverbi: «tutti di uso solo letterario»[1]: ove, donde e onde. Il primo, equiparabile a dove, esprime lo stato in luogoove sei, che più non odo / la tua voce sonar?» [Leopardi]); gli altri due il moto da luogo Onde venisti? quali a noi secoli / sì mite e bella ti tramandarono?» [Carducci]).

In luogo di perché si può adoperare anche come mai: «Come mai sei rimasto colle gambe attanagliate fra codesti ferri arrotati?» [Collodi]. Il quale, secondo il Serianni, pur essendo presente da tempo tra le opzioni dell’italiano è ultimamente oggetto di forte espansione. Secondo il Sabatini ciò è dovuto al fatto che esprime rispetto al perché «una maggiore disponibilità preventiva ad ascoltare e accettare le spiegazioni dell’interlocutore»[2]. Ricordo però ai miei lettori che la grammatica del Serianni è originariamente del 1989 (anche se io uso l’edizione 2006) e l’estratto del Sabatini data 1985. È possibile che al giorno d’oggi la pazienza d’un tempo sia una pratica già dimenticata.

Con una dote polemica, l’avverbio mai serve a rafforzare sia perché sia quando: «perché mai dovrei darti ragione?», «quando mai siamo stati d’accordo?».

«Si noti che tutte queste forme si considerano avverbi interrogativi soltanto nelle frasi interrogative dirette, mentre svolgono la funzione di congiunzioni nelle interrogative indirette».[3]

Come in: «vorrei sapere quando potrò rivederla» [Serianni], in cui quando svolge il ruolo di congiunzione. Mentre dove, ove, donde e onde possono svolgere anche la funzione di congiunzioni relative (ne abbiamo già parlato).

Molti di questi avverbi possono venire adoperati anche in una frase esclamativa; ad esempio gli avverbi di luogo («dove siamo capitati!» [Serianni]), di modo («come era stellato il cielo sta notte» [Palazzeschi]), di misura («Oh quanto me ne rallegro! – disse don Abbondio, facendo una gran riverenza a tutt’e due in comune» [Manzoni]). Eccezionalmente può avere valore esclamativo anche quando: «Quando si dice il caso!».

Conclusioni

Oggi ce la siamo sbrigata in fretta, il perché è semplice: questo è l’ultimo mini-ripasso di grammatica prima della pausa estiva. Le scuole chiudono; è giusto che chiuda anch’io. I mini-ripassi riprenderanno regolarmente a partire da lunedì 4 settembre; ma ne riparleremo nei prossimi giorni. State bene e buone vacanze.

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Note

[1] Luca Serianni, Grammatica italiana, UTET 2006

[2] Francesco Sabatini, L’«italiano dell’uso medio»: una realtà tra le varietà linguistiche italiane, 1985

[3] Cit. Serianni

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7 Comments on “Avverbi interrogativi e esclamativi”

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