Le preposizioni proprie: Da

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Fondamenti di grammatica per aspiranti scrittori

Come dicevamo la scorsa volta, le preposizioni si distinguono in proprie e improprie: le prime si adoperano solo come tali, a differenza delle seconde che invece possono assumere anche altre funzioni: ad esempio di congiunzione, di avverbio, ecc. Le proposizioni proprie sono otto (più una): di, a, da, in, con, su, per, tra (fra). Le ultime due, lo vedremo meglio dopo, sono identiche per significato e funzioni.

Da

La preposizione da, come tutte le preposizioni, dà origine a numerosi valori semantici. Dal 1979, secondo lo studio di Castelfranchi-Attili[1], essi sono raggruppati in quattro gruppi di relazioni: locativo d’origine: «La pausa comincia dalle quattro»; causativo: «Paolo è stato investito da una macchina»; caratterizzante: «Mi piace la ragazza dagli occhi blu»; vincolativo: «la mia prima macchina da scrivere». Tuttavia il Serianni nella sua grammatica lì divide in tre soli gruppi, riunendo i primi due. Noi, che seguiamo da sempre l’impostazione del Serianni[2] sia per stima personale sia per scarso ingegno nostro, continueremo ad attenerci ad essa. Vediamo quindi il primo gruppo, quello che il Serianni chiama di «allontanamentoprovenienza»:

  • Di moto da luogo: «sono appena arrivato da casa», «Da dove me ne devo andare? – Da sotto la mia finestra» [Cassola]; «proveniva dall’alto», «Dalle cantine stridevano i galli» [Praga] – per indicare il punto da cui parte o giunge una percezione; «alzarsi dal letto» [Serianni], «liberarsi dalle corde» – per indicare un moto di separazione o allontanamento.

Quello locativo è forse il valore semantico più importante della preposizione da. Essa può, allo stesso scopo, coordinarsi con a:

  • Con significato spaziale: «l’onda si divide in due ali, una che tende verso riva da destra a sinistra e l’altra da sinistra a destra» [Calvino], «Dall’Alpi alle Piramidi» [Manzoni];
  • In certe enumerazioni: «con un’Italia che si presenta acefala ad una serie di importanti appuntamenti internazionali, dalle celebrazioni comunitarie al negoziato strategico, al vertice di Venezia» [La Stampa – cit. in Serianni, Grammatica];
  • Con valore temporale: «dall’oggi al domani» [Serianni].

Altri usi coordinativi si hanno con la preposizione in («guardare dall’alto in basso») e con la preposizione per («il treno da Torino per Napoli» [Serianni]).

  • Di origine: «mi son fatto da me»; «San Crispino da Milazzo» (me lo sono inventato, non so se esista o sia esistito) – per indicare i natali.
  • Di agente e causa efficiente: «il documento siglato dal notaio», «la costa battuta dal vento» [Serianni].
  • Di causa: «Speranza, sua sorella, verde dalla bile» [Verga].
  • Di determinazioni di tempo: «Da oggi basta!», «Libeccio sferza da anni le vecchie mura» [Montale] – con valore anche indeterminato.
  • Di dissomiglianza e differenza: «si era sempre sentita differente da tutti» [Levi].

Il secondo gruppo, che il Serianni chiama «destinativo – vincolativo», raggruppa le seguenti relazioni:

  • Di stima e prezzo: «un’auto da duecentomila euro».
  • «Costrutti in cui da significa che ʻsi addice aʼ»[3]: «umorismo da patata».
  • Costrutti come: «arma da fuoco», «camera da letto», «crema da barba», ecc.

«Il valore ʻfinale – destinativoʼ di questi costrutti risulta evidente dalla possibilità di sostituire in molti casi da con per».[4]

L’ultimo gruppo è identico al ʻcaratterizzanteʼ di Castelfranchi-Attilio:

  • Di qualità: «molte ragazze dalle trecce nere» [Pascoli], «dai capelli impomatati» [Levi].
  • Di modo: «agire da vigliacco», «da vero zotico» [Verga], «da bambina giudiziosa» [De Marchi].
  • Di limitazione: «orbo da un occhio».
  • Per indicare condizione o età in cui si trovava un individuo: «egli ritorna il ragazzo malato che fu da adolescente» [Banti].
  • Di valori locativi: «Da che parte si va per andare a Bergamo?» [Manzoni] – per indicare un moto per luogo; «Si passa dalla porta nord» – per indicare un moto attraverso luogo; «andiamo da Felice?» – per indicare un moto a luogo.

«Degno di nota il fatto che nelle relazioni di moto a luogo e stato in luogo la preposizione da colleghi un verbo quasi unicamente con: nomi propri di persona […]; nomi che indicano professione, carica e grado […]; pronomi personali («vengo da te»); nomi locali, esercizi pubblici, ecc.».[5]

Ciò sembrerebbe dovuto all’irradiamento affettivo[6] che la preposizione da esercita quando collegata a nomi di presone a pronomi e via dicendo.

Da, come anche molte altre preposizioni proprie, nell’incontro con un articolo può articolare. Le forme articolate sono: dal, dallo, dalla, dai, dagli, dalle.

Conclusioni

Avrei voluto proporvi un articolo riepilogativo di tutte le preposizioni proprie, ma ogni volta c’era qualcosa da aggiungere (e in questo il Serianni non lesina) che pareva male lasciare nell’oblio. Alla fine quindi ho deciso di presentarvi otto diversi articoli, uno per ogni preposizione. La prossima volta, quindi, parleremo della preposizione in.

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Note

[1] Cristiano Castelfranchi – Grazia Attili, «Da»: analisi semantica di una proposizione italiana, 1979

[2] Luca Serianni, Grammatica italiana, UTET 2006

[3] Cit. Serianni

[4] Cit. Serianni

[5] Cit. Serianni

[6] Emilio De Felice, Contributo alla storia della preposizione «da», 1954

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18 Comments on “Le preposizioni proprie: Da”

  1. Di origine: «mi son fatto da me»; «San Crispino da Milazzo» (me lo sono inventato, non so se esista o sia esistito) – per indicare i natali.

    Hai inventato? 😨

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