Postulanti, supplici e questuanti

 

posta

Di mail, chat, messaggi e altre facezie

Chi mi segue anche sui social si sarà accorto che da qualche tempo posto alcuni spezzoni, resi anonimi, presi da alcune delle mail che quotidianamente ricevo da aspiranti scrittori che mi chiedono un parere sui loro scritti, o da esordienti a caccia di recensioni, o da premi letterari che vorrebbero una mano nel sponsorizzare il loro concorso; più raramente da lettori che mi fanno i complimenti o chiedono ragguagli tecnici sulla grammatica o su qualche tecnica narrativa che leggono nei miei post – ma questi sono percentualmente pochi rispetto alle altre categorie; e in tutto questo la domanda che ogni volta mi pongo è: perché scrivono proprio a me?

Un’amica, una cara lettrice che mi segue sia sul blog sia su FaceBook, qualche settimana fa, dopo aver letto l’ennesimo spezzone, ha sentito l’esigenza di scrivermi in privato: voleva scusarsi per aver contribuito lei stessa, in tempi non sospetti, a questa fiumana di messaggi che ogni giorno affolla la mia casella di posta elettronica o la chat di FaceBook (più raramente Twitter o Linkedin). Ma non è l’unica. Ricorderete che esattamente un anno fa vi avevo parlato di quella ragazzina che mi aveva spedito una foto del proprio banco, con inciso sopra il precedente slogan del mio blog: “Sbaglia. Fallo senza remore. Ma con la consapevolezza che il passato non si può modificare”. Anche lei, qualche mese fa, ha sentito il bisogno di scusarsi per avermi stalkerato a lungo via mail, chat e whatsapp (nella firma delle mie mail compare infatti il mio numero di cellulare, per cui aggiungermi su whatsapp è un attimo); sta bene e ora mi pare anche più serena.

Sentivo quindi il bisogno di parlarvene. Di chiarire con voi alcuni aspetti che possono apparire poco limpidi, facili alle interpretazioni. Ricevo questo tipo di messaggi da sempre: pochi mesi dopo aver aperto il mio blog spuntava il primo. Non ricordo quale fosse. Nella nebbia che obnubila la mia mente, intorpidita dalla stanchezza, mi pare di ricordare un messaggio in cui mi si chiedevano ragguagli tecnici per “lanciare con successo” un blog che parlasse di calcio — o era forse un sito biografico dedicato a qualche calciatore? Col tempo sono cresciuti in numero, tanto che per leggerli tutti sono ora costretto a ritagliare una buona fetta della mia giornata. Gli spezzoni che posto di tanto in tanto su FaceBook, sempre anonimi, sono solo quelli che mi paiono più buffi o ridicoli o privi di vergogna. Rispondo sempre a tutti. Cerco di essere onesto con me stesso e con chi mi scrive. Non lesino il mio tempo, che comunque è poco. Non posso dire di essere dispiaciuto per tutta questa attenzione: è il sintomo che qualcosa di buono in quello che faccio c’è. Tuttavia mi pare giusto sottolineare che io non sono né un editor, un talentscout, un correttore di bozze (perché alcuni, senza averli mai visti o sentiti prima, mi chiedono persino una mano a revisionare o correggere i loro racconti o, peggio, romanzi); né ricopro alcun ruolo nel sistema editoriale italiano. Scrivere a me significa scrivere a qualcuno che si trova nella vostra stessa posizione, magari qualche passo più avanti; ma che nulla può, per aiutarvi, se non rispondere con onestà ciò che pensa. Spesso il mio parere non pare garbare i postulanti.

È quello che penso ciò che andate davvero cercando? Io sono un reazionario. Ogni volta che vago alla ricerca di un posto tranquillo in cui rifugiarmi, la mia mente torna al passato. Sicuramente possiedo una visione romantica degli anni trascorsi, che non rispecchia la realtà di quelle epoche: ogni epoca ha i propri limiti e lati oscuri. Di conseguenza, se chiedete un parere a me, non potete non tenere conto di questo. Mi pare di essere sempre stato limpido nelle mie intenzioni, discutibili, criticabili forse, ma oneste. Io mi vendo per ciò che sono; ciò che sono non ha nulla a che fare con la visione onirica cui a un certo punto avete dato forma nella vostra testa. Basta leggermi senza pregiudizi per capire chi sono, cosa faccio e come lo faccio. Ognuno ha il proprio retaggio culturale, come dicevo parlando a proposito dell’opportunismo di alcuni, e non si scappa da questo; nessuno di noi ha la facoltà di essere qualcosa di diverso da ciò che il luogo in cui si è cresciuti e la formazione che si è ricevuta hanno fatto di lui.

Pur contemplando l’inevitabilità statistica del refuso, in cui io stesso ricado, non sopporto i testi sgrammaticati. Pur comprendendo la passione per la scrittura, e la speranza di trasformarla in una fonte di reddito, non sopporto gli aspiranti (scrittori) che palesano una scarsa propensione per essa: se sei titubante nel redigere un semplice messaggio di presentazione, e ti assicuro che appare immediatamente lampante a chi invece queste difficoltà non ce le ha, come puoi pretendere di essere percepito diversamente da ciò che sei? Pur comprendendo l’esigenza di farsi conoscere, di ricevere un riscontro – presto e positivo – per ciò che si fa, non sopporto l’azzardo privo di remore: qualcuno infatti mi ha chiesto di condividere la banca dati che contiene le mail dei miei follower, a cui comunque io stesso non ho accesso, per fini promozionali; di tanto in tanto mi si chiede di sponsorizzare sul mio blog, attraverso una recensione (che io non faccio), il libro dell’ennesimo esordiente; altre volte mi si chiede di scrivere un post, quindi su commissione ma gratuitamente, sul millesimo concorso per poeti o prosatori. Infine, pur comprendendo la necessità di reperire contatti, non sopporto chi mi chiede quali siano le riviste che pubblicano racconti (pagati) e a quali contatti spedire il proprio: se è su una rivista che vuoi pubblicare, recati in edicola; sfogliale, leggile, fatti un’idea del taglio e del lettore a cui sono destinate; i recapiti li trovi nel riepilogo redazionale.

Questo blog è il mio angolo sul web. È dedicato solo ed esclusivamente a me stesso e ai miei lettori. Riservo ad altri blogger e scrittori uno spazio, certo, nella forma del guest post; ma non ho alcuna intenzione di cedere a terzi, con la fatica che ho fatto e il tempo che ho dedicato per farlo crescere, un luogo che funziona bene così com’è. I miei lettori meritano rispetto. Scusate se questo urta la vostra sensibilità, la vostra voglia di emergere, di uscire dalla calca; se siete destinati a farcela, ce la farete da soli. Non esistono scorciatoie. Non è di scorciatoie che avete bisogno, ma di migliorare come scrittori, anche umanamente. Quindi continuate pure a scrivermi: io continuerò a rispondere a tutti. Ma vi raccomando umiltà: è questa la chiave del successo. Alcuni, poi, non sono umili per niente e ce la fanno lo stesso; ma questa è tutta un’altra storia.

58 Comments on “I postulanti”

  1. Io sono convinta che ci siano almeno due tipi di persone tra quelle che racconti: gli ingenui, ovvero persone che hanno ottime intenzioni, che sono veramente affascinate da te come persona e come scrittore, ma semplicemente non hanno ricevuto o consolidato una certa educazione (proprio nel senso etimologico del termine) a come ci si rapporta sul web (che poi non è diverso dalla vita reale); i furbi, ovvero persone che non si pongono il problema di disturbare e di violare uno spazio privato con il fine di ottenere un vantaggio gratis perché pensano che la loro opera sia più importante di tutto il resto.
    Però in entrambi i casi sono fastidiosi non solo per il tempo che pretendono di meritare, ma per l’impegno che richiede anche il solo rispondere loro che, da persona invece educata, pone degli scrupoli sul come, cosa e perché rispondere.

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    • Essere affascinati da me è indice di estremo cattivo gusto, ma capisco cosa intendi. Credo tu abbia ragione e la prima categoria di persone, tra cui comunque non mancano anche gli educati (che ci sono e si rivolgono con tutte le attenzioni del caso) sono quelle che mi tengo strette e che, in un modo o nell’altro, entrano comunque a far parte del circuito rappresentato dal mio blog. Dei secondi non mi importa nulla.

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  2. Salvatore mi spiegheresti la regola della …. Ah, aspetta ti invio i 23 capitoli del mio romanzo. Arrivata la mail?😁😁
    A parte gli scherzi, trovo di cattivo gusto che ci sia una sorta di approfittarsì. Ma li attiri tutti tu? Io direi che per chiedere cose di cui dici ci dovrebbe essere una tale confidenza, e poi non puoi stalkerare. Altra cosa molto importante è quello di comunicare su tutto, non solo chiedere. Al limite puoi rompere domandando “Come stai?”. Per il resto lo trovo sfacciato e fuori luogo.
    Lo sai che sono schietta, ma perché metti il tuo numero? Dallo solo a chi vedi che sia importante.
    Comunque ispiri fiducia, ti vedono bravo e si sentono leggittimati a contattarti senza farsi tanti scrupoli. Un po’ di umiltà, no?
    Io mi sento molto fortunata. In pochi mesi ho allacciato qui dei rapporti umani, anche se distanti. Sicuramente ho cercato io perché non ho un blog su cui appare la mia mail per essere contattata. Se continua la corrispondenza ci sarà una motivazione, quella del rispetto da entrambe le parti.Poi di molti ho la stima che è reciproca e si sente. Altrimenti dopo le prime mail o messaggi sarebbe solo rimasto un contatto.
    Qualche contatto manca all’ appello, non manca occasione qui di fare gruppo. Ecco, io sento questo. Lo vedo un gruppo e se ci fai caso il giro è quello. All’ inizio mi sentivo diversa ( nel senso buono ), poiché non avevo un blog. L’ affetto e l’accoglienza che ho ricevuto mi dice che non vuole dir nulla. Sono fortunata, lo ammetto. Soprattutto di avervi conosciuto.

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    • Nella firma della mia mail è presente il numero perché io ho contatti di lavoro con il mondo dell’editoria ed è una cosa professionale. Chi sente l’esigenza di parlarmi a voce, anziché tramite mail, alza il telefono e mi chiama: il numero ce l’ha. Non ha neanche bisogno di chiedermelo. 🙂

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      • Beh, chiama anche tu. Il numero ce l’hai. A me frena un po’, ho sempre paura di disburbare. Sicuramente prima invierei un messaggio per sapere se non si è occupati. Io poi parlo, eh. Ci metto un secolo per farmi avanti, poi devi chiudermi la comunicazione. Io sono timida. Nessuno lo crede. Divento bordeaux. Ti dico solo che le prime chiamate di studio, morivo. Io sono più “sfacciata” nel senso di chiedere consigli se ho una fiducia smisurata. Sono discreta, spero umile. Se ho rotto più del dovuto, era senza un doppio fine o non voluto. ( spero di non averlo fatto).
        Comunque ti capisco, mi succedeva spesso che tutti o tanti si appoggiassero a me. Fa piacere fino al punto in cui se ne approfittano. Quando vedi che oltre a chiedere, poi sei ignorato o trattato male, poi ti fai le ossa. Fai una cernita di chi ti è amico o di chi è lo è per interesse. Lo comprendi quando ne avevi bisogno tu. Fare la spalla mi riesce, preferisco ascoltare gli altri, di me parlo quel poco che basta( non mi fido più come prima nell’espormi e nel confidarmi).

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  3. Credo che sia molto facile oggi giorno perdere di vista le regole della buona educazione, un po’ come con la macchina dove superato l’esame per la patente tutti ci sentiamo in diritto di contravvenire al codice. Spesso guidare senza cintura è più comodo e chi se ne frega se faccio un incidente, non esistessero le multe e le penalizzazioni sulla patente, tutti senza. Ecco le regole sono queste, il piacere di contravvenire. L’educazione in sostanza o la gavetta sono esattamente così. Una faticaccia che grava su chi ama le scorciatoie.
    Mi sento una persona molto fortunata e lo ripeto spesso. Ho incontrato te e Silvia che mi avete fatto dono di moltissimi consigli, preziosi e sinceri e di questo non smetterò certo di ringraziarvi mai. Quando vedo con quanta sfacciataggine altri si approccino mi imbarazzo, ma davvero l’umiltà è una dote rara.

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    • Come vedi, chi adopera l’approccio corretto alla fine entra nel circuito. Se non ricordo male, dopo aver pubblicato il tuo guest qui da me, anche tu hai ricevuto qualche mail inopportuna… Com’è finita?

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      • Me la sono cavata, fiuùùù un’amica ha scelto di leggere il libro e dare la sua opinione. Ho spiegato chiaramente di non essere nè adatta nè tantomeno interessata a farlo come impegno, ma solo come piacere quando sono io a scegliere libro e autore, libertà che nessuno mi toglierà mai. Però giuro come ti ho scritto ho pensato subito di aver contratto il tuo virus! Quindi capisco il fastidio e l’imbarazzo che ti prendono. Non è facile.

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  4. Sì però questa dichiarazione d’intenti la devi mettere a chiare lettere in un posto ben visibile del blog, tipo “Se volete contattarmi, ricordate che…”. Uno deve pur difendersi dai troppi fan 🙂

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  5. Consolati, quando sarai davvero famoso potrai pagare qualcuno per rispondere alle mail 😉
    Comunque questo post mi ha fatto sentire un dilettante, io stalkero solo nei commenti 😛

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  6. Comunque si capisce se è stalkerare o chiacchiere tra amici.
    Quelli che contattano Salvatore sono pessimi. Nemmeno conoscono che chiedono di tutto un po’.
    Io al limite chiedo consigli. 😛 O mi sfogo dei miei insuccessi. Ma mica sempre. Almeno spero. Mi fate venire i dubbi. 😛 Mai una gioia. 😛

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  7. L’umanità silente che echeggia come il mormorio della pioggia.
    Credo che il tuo problema per quel che mi è dato modo di vedere e di conoscere, anche nel mio piccolo, non avrà mai soluzione.
    Anzi, man mano che diventerai più famoso e conosciuto, peggio ancora pubblicato, potrà solo aumentare.
    Se non erro, ricordo che anche tu hai letto le motivazioni di Umberto Eco sul perché non leggesse l’enorme mole di manoscritti che riceveva ogni giorno.
    Perché c’è gente che si spinge a tanto? Ingenuità, maleducazione, mancanza di rispetto? Credo che ogni microstoria, così come ogni storia sia un caso a sé.

    A volte anch’io col cuore piccolo per il dispiacere mi sono ritrovato a dire a qualcuno che mi ha scritto: non ti posso aiutare. Avrei potuto, ma non dispongo del tempo necessario per me, figuriamoci se posso spenderlo in eccesso per gli altri che non siano profondamente amici.

    L’economia, nella sua spietatezza, ci insegna che ogni cosa ha un costo. Il tempo nell’economia di una vita, è un costo non indifferente. Tu hai la pazienza, il cuore tenero o il senso di giustizia di rispondere a tutti. Ma questo è ad esempio il fenomeno che accade proprio agli editori.
    Perché non rispondono?
    Migliaia di persone che invia manoscritti o scrive richieste assurde.
    Una volta un amico editore mi ha detto che riceve anche mail del tipo: Salve sono XY le mando il mio manoscritto solo se mi garantisce che lo pubblica.
    E lui risponde: come faccio a pubblicarlo se nemmeno lo posso giudicare?
    E quello: e chi mi garantisce che tu non mi rubi il mio capolavoro? Se me lo pubblichi te lo invio, altrimenti peggio per te.
    Ecco, gli editori alla fine scelgono il peggio, perché anche rispondere è un tempo e quindi un costo che molti non si possono permettere.
    Ah già, mentre ci sono… quando hai momenti di cala con le richieste avvertimi, che un po’ ti stalkerizzo anch’io… Hasta la vista! 😀

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    • Cara amico, come dicevi giustamente tu: il momento di “cala” non ci sarà mai… XD

      Rispondere, finché riesco a farlo, lo ritengo un segno di civiltà. Ancor di più verso chi si dimostra maleducato. Altrimenti come fa a capire che è nel torto, se non ha un confronto con un altro modo di fare?

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      • No, magari ti stalkerizzo alla mezzanotte del 24 Dicembre… O ti mitragliano pure lì?
        Ah già, caterve di auguri sperando che poi tu concedi loro una degna sepoltur… ehm degna pubblicazione. 😀

        Non mi dire così. Rispondi pure ai maleducati? Li vuoi redimere? E’ come voler riempire con tutta l’acqua del mare una buca nella sabbia. Se ci riesci grido al miracolo o mi illumino come Sant’Agostino. 😀

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  8. Questo post mi ha fatto pensare a come si devono sentire sole le persone molto famose. Ricevono ogni giorno centinaia di messaggi dai propri fans, al punto di essere nell’impossibilità di distinguere con chi potrebbero avere davvero qualcosa da spartire. Quindi, di necessità, escludono tutti perché in qualche modo devono pur difendersi dalla massa.
    Mi sembra molto triste. E mi fa sentire in colpa per quando da ragazza facevo gli agguati ai miei cantanti preferiti dopo i concerti. Una volta riuscii ad entrare nel camerino dei Nomadi e trovai un componente della band in mutande mentre si cambiava. Ora me ne vergogno da morire, ma allora ero divertita come una scema.

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    • Giuro che mi sono immaginato la scena… XD

      Dici qualcosa di profondamente vero. Ma aggiungerei anche una certa diffidenza, nelle persone famose, che piano piano si trasforma in paura e poi fobia. Di chi ti puoi veramente fidare, se ogni volta che incontri qualcuno hai il dubbio che tutto quello che faccia lo fa o perché sei famoso o perché vuole qualcosa da te?

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  9. Questi blogger…non sono mai contenti! Se non gli scrive nessuno, impazziscono a controllare la casella di posta che sicuramente non funziona. Se non li commenta nessuno, giù a ricattare amici e parenti che gli scrivano almeno un Ciao, come stai? Se poi gli arrivano le mail, si lamentano che è solo spam dei russi e dell’enlarge quella cosa lì. Se poi gli arrivano mail con richieste pure concernenti la loro materia, e giù a lamentarsi che non c’hanno tempo per rispondere! 😀 😀 😀
    …la netiquette comunque la rimpiango anch’io. Come mai quella non diventa virale?

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  10. Anche se non ti ho mai stalkerato, mi sono sentita pungere al ricordo di qualche ca**ata (minore, devo dire) fatta nei primi tempi in cui scrivevo… meglio farmi un paio di risate su me stessa, e darti un’amichevole pacca sulla spalla. Spero che i tuoi simpatici tormentatori ti leggano, anche quelli futuri! 😉

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  11. A me sfugge il perché. Nel tuo blog non ti presenti come uno scrittore, un editor, un correttore di bozze, l’editorialista di un giornale o chissà cosa. Dunque queste persone esattamente che fanno? entrano nel tuo blog e forse nemmeno si soffermano sui tuoi post, vanno subito a leggere chi sei e cosa fai e appena trovano scritto che pubblichi le tue storie su una rivista, per Mondadori, tac, vengono a questuare tramite mail?
    Trovo che sia il tentativo dei disperati.
    (Certo, detta così, sembra che tu sia un porto per disperati, ma spero che si capisca il senso del mio commento 🙂 )

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    • Be’ magari come scrittore, molto in erba, sì. Credo che le strade che prendano i “questuanti” siano molte: in quasi due anni e mezzo ho scritto molti post e alcuni di questi continuano a macinare visite e commenti. Probabilmente molti di loro capitano sul mio blog seguendo il filo di una ricerca, leggono il post di turno e poi scatta la richiesta.

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  12. Illustrissimo Salvatore Anfuso
    ho un romanzo nel cassetto da sottoporle… 😉
    ah ah caro Salvatore si vede che tu ispiri fiducia e trasmetti una certa autorevolezza tra lezioni di grammatica e numero di follower.

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    • Gent.ma Sig.ra Mancini,
      riguardo il suo manoscritto, ringraziandoLa per averci interpellati, continui pure a tenerlo nel cassetto.

      Fiduciosi di aver risposto, cogliamo l’occasione per porre

      Cordiali saluti.

      S.A.

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    • Lo dico? A me ispira fiducia e autorevolezza come dice Giulia. Un giudizio tuo lo temo. Con il guest stavo morendo dopo averlo inviato, poi quando ho avuto una conferma d’entusiasmo, ho respirato. Io ho paura di Salvatore. Non ce la farei mica a farti leggere le mie cose. Per cui, con me vai tranquillo, non ti perseguiterò. Per fortuna me lo hai chiesto tu di pubblicare. Forse mi conosci o non lo so.

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      • No, Tiziana, Salvatore mica è un orco. Lui mangia solo due aspiranti scrittori al giorno. Di quanti ce ne sono in Italia, prima che venga il tuo turno puoi stare tranquilla. 😀

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  13. Io trovo che tu sia di una rara onestà intellettuale. Io sono più vigliacca e ho reso assai poco lineare il potermi contattare. Di solito chi si prende la briga di cercare il mio nome vero sul blog, passare a fb e mandarmi un messaggio privato ha una buona motivazione, così come chi mi chiede gentilmente una mail sul blog e mi contatta dopo che il messaggio con l’indirizzo è rimasto visibile solo per un tempo limitato. In effetti da questi contatti sono nate amicizie e ottime collaborazioni, come quella con Viola, che sta dando risultati super e spero gratificanti per entrambe. La mia, però, è una scelta vigliacca. La tua onesta e hai tutta la mia stima.

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  14. Ti capisco bene. Anche io ho vissuto un sacco di esperienze simili alle tue, con il fatto che gestisco un sito di recensioni (musicali, non di libri). Anche se io accetto i dischi per recensirli – è proprio quello lo scopo del sito, in fondo – molti di quelli che mi contattano mi fanno richieste che non posso recepire. Si va da chi mi chiede condizioni improponibili a chi mi manda generi mai trattati in vita mia, passando per i tantissimi che vorrebbero farmi pubblicare notizie e comunicati stampa (non lo faccio in nessun caso, ed è scritto bene in chiaro nella zona dei contatti: non mandatemi le notizie, le cestino e basta – ma evidentemente non lo leggono).

    C’è da dire che il mondo della musica forse è anche più caotico di quello della letteratura. Ma credo che certe cose valgano per tutti: basta un minimo di fama (e io ne ho davvero poca) per attirare su di sé un mucchio di persone che pretendono da te qualcosa. Ovviamente però se sei tu a chiedere qualcosa, anche solo in cambio del tuo servizio, spariscono quasi tutti, mentre solo pochi sono disponibili. Triste, ma il mondo funziona così: pochi disposti a dare, tanti che vogliono ricevere 🙂 .

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    • Ciao Mattia, benvenuto su questo blog. Trovo molto interessante la tua testimonianza e anche l’attività di recensore di musica. Tempo fa volevo scriverci un racconto con un personaggio che faceva esattamente quello che fai tu; solo che lui, il personaggio, riusciva anche a guadagnarci qualcosa, poi diventava famoso, quindi famigerato, eccetera eccetera. Per curiosità qual è il tuo sito?

      Chi sono quelli che ti mandano i loro dischi? indie o case discografiche? In che formato te li mandano?

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      • Impossibile diventare famosi con questo lavoro, o addirittura guadagnarci qualcosa. Chiunque scriva una recensione, per qualsiasi webzine, non vede mai il becco di un quattrino; forse solo chi è a capo dei quelle più grandi magari fanno qualche soldo, ma dubito che basti per vivere. Penso che in Italia sia molto più facile vivere della propria scrittura che come recensore – e ho detto tutto 😀 . Credo quindi che il tuo racconto sarebbe stato un fantasy 😀 .

        Comunque sia il mio sito è Heavy Metal Heaven e si occupa, ovviamente di musica heavy metal. Ha anche un gemello, Alternative Rock Heaven (si occupa di alternative rock, strano ma vero 😀 ). Se ti interessa te li linko 😉 .

        Per rispondere alle altre tue domande, accetto chiunque, anche se do la precedenza ai gruppi indipendenti, o comunque che me lo chiedono di persona. Si tratta di una scelta personale: uno degli scopi della webzine è valorizzare i gruppi poco conosciuti, nel suo piccolo. Recensisco anche i dischi che mi mandano le etichette e i PR, ma non tutti: sarebbe impossibile, viste le decine che mi arrivano ogni giorno. Cerco di avere sempre in scaletta almeno un disco da recensire per ogni PR o etichetta con cui sono in contatto, ma spesso nemmeno questo è possibile. Per fortuna però che da qualche tempo ho un paio di persone che mi aiutano, se no sarei letteralmente sommerso.

        Per quanto riguarda il formato, io richiedo generalmente sia il formato mp3 che quello promo CD, ma di solito mi mandano sempre solo il primo. Solo alcuni PR fidati e alcuni gruppi acconsentono anche al secondo. Sto valutando però di cambiare le mie politiche e cominciare a recensire solo chi mi manda i CD. Dopotutto questo è un lavoro senza paga, e per giunta anche parecchio stressante: almeno la soddisfazione di aggiungere un CD alla mia collezione me la merito, no 😛 ?

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        • Mi sembra giusto, Mattia; anche se, immagino, il formato mp3 deve essere più facile da gestire. Penso anche solo al fatto che un CD spedito per posta corre sempre il rischio di rovinarsi durante il trasporto. Qualcuno li invia ancora i vinili? Pensa che il personaggio del racconto – che diventava famoso proprio perché è normale che in un racconto accadano cose straordinarie – recensiva solo vinili. Un po’ vintage, diciamo.

          Metti pure i tuoi link; verrò a curiosare. 🙂

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          • In realtà è difficile che un CD si rovini nel trasporto, viste le buste speciali imballate che ci sono. Quasi tutti me le mandano in questo formato, e spesso arrivano perfetti. Piuttosto, ciò che frena la gente è che la spedizione costa, ma soprattutto costa il CD. Che sia perché se lo sono pagato da solo (non succede solo nelle autoproduzioni ma anche con le etichette, che spesso chiedono soldi – da musicista ne so qualcosa), oppure l’etichetta discografica gli abbia dato un tot numero di copie da vendere ai concerti, sembra che in pochi vogliano separarsi da un disco, anche se poi porta il beneficio di una recensione.

            Per quanto riguarda i vinili, penso che abbiano gli stessi problemi dei CD, ma in maniera ancor più pesante. Purtroppo i vinili costano molto più dei CD e sono più ingombranti da spedire. Posso capire quindi che ci sia una certa ritrosia, come capisco chi preferisce mandarmi il CD piuttosto che il vinile, se sono disponibili entrambi i formati. Nella mia lunga storia di recensore mi è stato mandato un vinile solo – mentre di CD ne avrò raccolti una cinquantina, forse di più.

            Comunque sia, ecco i link:
            http://heavenofheavymetal.blogspot.it/
            http://heavenofalternativerock.blogspot.it/
            Magari i generi non sono di tuo gradimento, ma sentiti pure libero di farti un giro sui due siti ^_^ .

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            • Magari non il metal pesante, ma l’hard rock mi piace. 🙂

              Quindi alla fine non c’è molta differenza tra l’essere indie come cantanti o come scrittori; mi domando come mai solo gli scrittori se ne lamentino. In entrambi i casi ci sono “industriali” che ti chiedono soldi per “pubblicarti”. In entrambi i casi hai il tuo bel numero di “copie” da rivenderti da solo. In entrambi i casi devi farti auto-promozione… Alla fine non cambia molto.

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  15. Chiaro e semplice. Bravo Salvatore.
    E’ comunque un segno del tuo successo.

    A proposito… rivendico i diritti per l’utilizzo nel titolo dei post di temini come “inutile” o “altre facezie”.
    Veda Lei come risolvere la questione: moneta sonante di nuovo conio; libbra di sale; pagamento in natura.

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  16. Pingback: Svantaggi della notorietà – Salvatore Anfuso ● il blog