Gli indefiniti collettivi
Fondamenti di grammatica per aspiranti scrittori
Lo scorso lunedì abbiamo osservato da vicino, molto da vicino, gli indefiniti singolativi. Oggi è il turno dei pronomi e aggettivi indefiniti collettivi. Pur non determinandone la quantità, i collettivi indicano l’insieme di «tutte le singole unità di un determinato ambito concettuale («tutti i mesi» / «ogni mese» / «ciascun mese»)», o attribuiscono a ciascuna unità «la capacità virtuale di rappresentare l’insieme»[1].
SINGOLARE |
PLURALE | |||
TIPO |
MASCHILE | FEMMINILE | MASCHILE | FEMMINILE |
AGG. |
qualunque | qualunque | ||
AGG. |
qualsiasi | qualsiasi | ||
AGG. |
qualsivoglia | qualsivoglia | ||
PR.ME |
chiunque | chiunque | ||
PR.ME |
chicchessia | chicchessia | ||
PR.ME |
checchessia |
|||
PR.ME |
checché |
|||
PR.ME AGG. | ciascuno |
ciascuna |
||
PR.ME AGG. | ciascheduno |
ciascheduna |
||
PR.ME AGG. | cadauno |
cadauna |
||
PR.ME AGG. | ogni
ognuno |
ogni
ognuna |
||
PR.ME AGG. | tutto | tutta | tutti |
tutte |
Nella tabella, tratta dalla Grammatica del Serianni, sono raccolti tutti i pronomi e aggettivi collettivi. Alcuni di questi, come era già avvenuto per i singolativi, rientrano in entrambe le categorie; altri solo nell’una o nell’altra. Tutti però condividono la caratteristica di usarsi solo al singolare (tranne, come si nota, tutto).
L’articolo
Tranne il caso in cui il sostantivo non richieda l’articolo («tutta Torino»), tutto è anche l’unica forma ad ammettere, come aggettivo, d’essere accompagnato sia dall’articolo determinativo sia dall’indeterminativo: «tutti i giorni», «è tutta una scusa» [Serianni]. La posizione che l’articolo occupa è tra l’aggettivo e il sostantivo.
Qualunque, qualsiasi e qualsivoglia possono farsi accompagnare oppure no dall’articolo indeterminativo. In questo caso la posizione occupata dall’articolo precede l’aggettivo: «un qualunque avvocato» / «qualunque avvocato» [Serianni].
Tutte le altre forme rifiutano l’articolo.
Qualunque, Qualsiasi e Qualsivoglia
Secondo il Serianni tra qualunque e qualsiasi non c’è alcuna differenza; qualsivoglia invece è più ricercato. Quindi il suo uso è in genere limitato alla lingua scritta. Posti prima del sostantivo hanno un valore totalizzante («qualunque uomo», «qualsiasi libro»); posposti, come avevamo visto a proposito degli aggettivi qualificativi anche nel caso dei collettivi si hanno delle sfumature di significato, in particolare spregiative: «un uomo qualunque», «un libro qualsiasi».
«Qualunque e qualsiasi possono anche adoperarsi come correlativi, introducendo una proposizione relativa con valore concessivo».[2]
Le grammatiche più conservative riservano a qualunque l’uso correlativo («qualunque cosa tu dica, io ti farò causa»), destinando a qualsiasi (o qualsivoglia) gli altri casi. Questo perché qualsiasi (qualsivoglia) include già una voce verbale: sia (voglia). Accostarlo a un verbo faceva quindi storcere il naso ai grammatici:
«[…] tolleriamo qualunque al posto di qualsiasi, ma non ci piace il contrario, cioè l’uso di qualsiasi legato a un verbo».[3]
Tuttavia questa distinzione è diventata così sottile al giorno d’oggi che non è più considerato un errore sostituire qualsiasi a qualunque. Ad ogni modo il Serianni consiglia di continuare a usare qualunque quando nella frase è presente il congiuntivo del verbo essere: «potevo esser certo che, qualunque fosse l’argomento del discorso, saremmo presto scivolati, in qualche modo, a parlare dei briganti» [Levi, Cristo si è fermato a Eboli].
Infine, benché siano invariabili, qualunque, qualsiasi e qualsivoglia possono sempre accompagnarsi a un sostantivo plurale purché lo seguano.
Chiunque, Chicchessia, Checchessia e Checché
Il più usato fra questi, sempre riferito a persona, è chiunque. Si adopera sia come semplice indefinito («chiunque può dire la propria»), sia come correlativo. In questo caso chiunque unisce due proposizioni, una principale e una relativa, e ammette sia l’indicativo sia il congiuntivo: «chiunque commette un reato sul territorio nazionale è punito secondo la legge italiana», «dichiarava suo nemico chiunque s’attentasse di mettervi ostacolo» [Manzoni].
Il Serianni sostiene che nella lingua parlata il suo uso sia in regresso, sostituito o da una perifrasi («tutti quelli che…») o da un doppio pronome chi, col quale però «si perde l’idea collettiva contenuta in chiunque»[4]. Tuttavia l’indefinito pare resistere bene negli incisi in cui accompagna il congiuntivo essere: «Non guarderò in faccia a nessuno, chiunque sia», «chiunque fosse, era un maleducato» [Serianni].
Tra gli indefiniti assoluti riferiti a persona l’uso di chiunque pare incontrastato, anche perché i possibili sostituti, come ad esempio chicchessia, suonano antiquati e pedanteschi. Questo si usa soprattutto come pronome negativo («Ella non volle dipoi sposarsi con chicchessia» [Palazzeschi]), o per sottolineare la contrapposizione di chi parla rispetto agli altri: «io credo di avere più di chicchessia il diritto di aprirti gli occhi» [Moravia].
Checchessia e checché sono due pronomi neutri, possibili sostituti di chicchessia. Checché, infine, si usa solo come correlativo in frasi al congiuntivo con intonazione concessiva: «è noioso dipingere con qualcuno dietro le spalle […]: ma checché facessi, non ci fu verso di smuoverlo» [Levi].
Ciascuno, Ognuno e Ogni
Invece per indicare una singola persona o cosa faccia parte di una pluralità, l’italiano dispone di quattro pronomi e quattro aggettivi: ciascuno e ognuno, che sono i più adoperati, ciascheduno e cadauno, i più rari; come aggettivi vanno sempre anteposti al sostantivo.
«Spesso questi pronomi sono seguiti da complementi partitivi, in costrutti del tutto equivalenti a quelli formati con il corrispondente aggettivo».[5]
Ciascuno può o meno farsi accompagnare dalla preposizione per: «ci diede una candela ciascuno» / «ci diede una candela per ciascuno». L’accordo è per tutti e quattro i pronomi normalmente al singolare: «ciascuno potrà dire la sua opinione». Se il predicato precede il soggetto, si può avere accordo anche al plurale: «seguitavano ognuno la sua strada» [Manzoni].
Cadauno, considerato un’anticaglia già nell’Ottocento, continua a sopravvivere nelle formule commerciali:
«Ma quant’è che volete?».
«Trenta a botta».
«Per entrambe?!».
«Cadauna, bello!».
L’aggettivo ogni presenta tre sfumature di significato:
- Ciascuno: «ogni causa esige i suoi caduti» [Cassola];
- Qualsiasi: «professori dai modi distaccati e ironici che scoraggiavano ogni confidenza, ogni considerazione personale» [Bassani];
- Tutto il possibile: «or son pronto a darle ogni soddisfazione» [Manzoni].
Benché oggi l’uso di ogni è solo al singolare, conserviamo un relitto del passato nella forma cristallizzata “Ognissanti”.
Tutto
Come sappiamo tutto può essere adoperato come aggettivo, pronome o sostantivo. Per quanto riguarda l’aggettivo, ne abbiamo già accennato sopra a proposito dell’articolo. Alcune espressioni cristallizzate tuttavia lo rifiutano: di tutto cuore, in tutta sincerità, di tutto punto, a tutto spiano, a tutta birra.
Svolge funzioni aggettivali (o aggettivale-avverbiale) anche nei casi in cui svolge una funzione “intensiva”:
- Concordato con un aggettivo o un participio: «eran tutti bagnati» [Serianni].
- Concordato con un nome o un pronome, anche sottinteso: «e tutto ‘n lui mi diedi» [Dante].
- Con un sostantivo, in sintagmi con valore aggettivale: «è un tipo tutta casa e chiesa».
Avevamo già visto come, adoperato con un cardinale, mediante la congiunzione e dà luogo a una locuzione quantitativa: «tutt’e due».
Come pronome ha valore maschile, femminile o neutro: «così fan tutte», «tutti a casa», «ho sistemato tutto!» [esempi del Serianni].
Come sostantivo: «l’infinita vastità del tutto» [Leopardi].
Numerose, infine, le locuzioni avverbiali: tutt’al più, tutt’a un tratto, in tutto e per tutto, ecc.
Conclusione
Tutto chiaro fin qui? Se avete dubbi, chicchessia dovesse avercene, non chiamate me! Ciascuno faccia i conti con se stesso. State bene.
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Note
[1] Luca Serianni, Grammatica italiana, UTET 2006
[2] Ivi p. 300
[3] Luciano Satta, La prima scienza, 1981
[4] Ivi p. 301
[5] Ivi p. 302
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Ognuno pensa solo a se stesso.
Chiunque sia stato, si faccia avanti.
Checché se ne dica, le chiacchiere non aiutano a risolvere il problema.
Compito fatto. Ciao. 😀😉
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Bravissima. 🙂
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Grazie.😊
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Una frase viene da una canzone. Vediamo se indovini. 😛
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Le chiacchiere non aiutano a risolvere i problemi? 😛
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Questo era il lato B del disco. 😛
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Tutto chiaro, grazie prof!
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🙂
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