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Questa settimana, in edicola

Forse un po’ annoiata dalla vita coniugale, del tutto priva di stimoli, in cui mi era toccato il fortunato ruolo della mantenuta, un paio di anni fa mi ero trovata un lavoretto come venditrice porta a porta di articoli per signora: make-up, creme, bigiotteria… All’epoca non mi andava male. Mio marito aveva rilevato un’officina e guadagnava bene. Io non lavoravo da quasi tre anni; stavamo assieme da nove.

Prima ero stata impiegata nella stessa carrozzeria in cui a quel tempo lavorava anche mio marito. In effetti è lì che ci siamo conosciuti. Poi mi hanno licenziata per esubero di personale. Nello stesso periodo a lui è capitata un’occasione d’oro: rilevare l’officina di un signore che da lì a poco sarebbe andato in pensione. Avevamo un po’ di soldi da parte, e visto che la casa avevamo già finito di pagarla e che con i titolari della carrozzeria non c’eravamo lasciati poi così bene, mio marito si decise a fare il grande passo. Un passo fortunato.

Ho passato i tre anni successivi a fare la casalinga, dipendendo totalmente dalle sue entrate. Intendiamoci, mio marito non mi faceva mancare nulla e almeno una volta alla settimana mi portava a cena fuori. Però mi sembrava di buttare via il mio tempo. Avevo già trentadue anni. Non avevamo figli. I miei genitori erano anziani ma non così tanto da avere bisogno della mia presenza fissa. Jackie, la nostra pincher, mi faceva compagnia, ma cosa avrà mai da dire un cane alla sua padrona? Passavo tutto il giorno oppressa da una sensazione di vuoto. Poi un’occasione è capitata pure a me.

… continua sul numero 21/2016 di Confidenze.

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Note

Questo è il primo racconto piccante che spedisco a una casa editrice, contiene persino la prima scena di sesso che abbia mai scritto: sesso selvaggio, animalesco, infoiato, ma vago ed allusivo… tanto, tanto allusivo.

13 Comments on “Prodotti per signora”

  1. Le scene di sesso nei romanzi sono sempre molto difficili da scrivere, senza diventare banali o trascendere nel volgare. Essere molto allusivi può essere una buona soluzione. Ma adesso sono curiosa mi tocca andare in edicola a comprare confidenze! 🙂

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  2. Aspettavo questo racconto che avevi annunciato in un commento ad un mio post. Bene, bene. Materiale di studio per il romanzo che sto scrivendo. Grazie. 🙂
    ps. stavolta meglio che la vecchietta resti senza la sua copia, potrebbe venirle un colpo! 😛

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  3. Scrivere bene di sesso è veramente ardua…ti faccio i complimenti a priori per l’audacia. Io non ho mai provato a farlo, credo che mi uscirebbe un testo banalotto con la capacità di eccitare solamente un fenicottero sterile.

    (Spero mi perdonerai ma non penso che acquisteró mai in vita mia Confidenze…)

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    • Potresti travestirti da signora, come Robin Williams in Mrs. Doubtfire, e vedere se in edicola ti riconoscono. 😛

      Anch’io ero titubante a scrivere di sesso. L’erotismo poi, è un genere che mi annoia. Tuttavia questa volta mi sono divertito, è stata una sfida interessante.

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  4. Allora oggi vado a comprarmi il numero, speriamo che dalle mie parti si trovi.
    Se il giornalaio dallo sguardo assonnato dovesse guardarmi strano, tanto conosco la formula: Io vi scrivo.

    Però sarei pure curioso di sapere i retroscena. Lo ha chiesto l’editore, l’hai proposto tu e hanno accettato… conta racconta.

    Una piccola nota dolente da refuso. La razza canina si chiama pinScher.

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    • Vedo che impari in fretta. Tanto l’edicolante non ti chiederà mai di dimostrargli che sei uno scrittore fancendosi mostrare la carta d’identità (come invece facevano al Salone del libro).

      In questo caso l’editore mi ha chiesto racconti romantici. Quello precedente, Sucamele, lo era: era romantico (non solo, ma anche). In questo ho preferito dare invece una sfumatura più piccante.

      Non è un refuso, si può scrivere in entrambi i modi. Probabilmente dipende dalla pronuncia di riferimento: tedesco, pinscher; italiano, pincher.

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  5. Hai pronunciato la parola- chiave: sesso.
    E tutti a correre a cercare la rivista! 😀

    No, ma io le ho lette tutte le tue storie, tranne la penultima.
    Comprerò anche questo numero. 🙂

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