Guantoni appesi al chiodo

Ieri è già domani

Sto perdendo peso. Erano anni che la mia cintura non guadagnava un buco. La nuova routine sta segnando il mio corpo. Ogni sera mi sdraio distrutto. Ogni mattina mi sveglio più stanco. Nel mezzo, vivo giornate intense. Forse è il cambio di stagione, mi hanno sempre buttato giù. Oppure è colpa di una vita diversa da quella vissuta finora. Gli ultimi cinque anni sono stati oziosi.

Anche la scrittura ne ha risentito. Non riesco più a svegliarmi alle quattro. Provo a scrivere la sera, rientrato dall’ufficio, ma la stanchezza della giornata mi fa combinare poco. Gli ultimi tre post, compreso quello che state leggendo, sono il frutto di una fatica che non riesco a scrollarmi. C’è un motivo se la mia vita è cambiata: sono tornato a vivere.

Incredibile come la vita di coppia ti trascini giù, nei suoi ritmi lenti. I mesi scorrevano come settimane. Le giornate sembrava composte da poche ore. Adesso i giorni sono tornati lunghi, intensi. Li affronto di petto, ma non basta mai. Le cose da fare sono tante e non sembrano finire. Eppure mi piace. Vivo come vorrei.

Lungo la strada

Al mattino ho sempre trovato piacevole andare a lavoro camminando. Fino a tre settimane fa, mi bastava una mezzoretta a passo lento. Adesso per raggiungere l’ufficio impiego un’ora camminando veloce. Però non sostituirei questa fatica con nulla al mondo. Osservo le persone e loro guardano me. Incrocio sempre un sacco di ragazzini. Sono tutti tristi, carichi di zaini corposi, e camminano con lo sguardo già basso. Li osservo dispiaciuto.

Le ragazzine sono tutte truccatissime. Nelle giornate di sole indossano leggings che fasciano gambe magrissime e sederi tonici. I capelli sono impalcati su pettinature ardite. Sembrano uscite da un salone di bellezza solo pochi istanti prima. La maggior parte delle tredicenni dimostrano tre anni di più. Ricordo che le mie compagne erano ragazze normali. Qualcuna più carina di altre, ma non sembravano modelle uscite da una pagina patinata. Dove sono finite le rotondette?

Anche i loro compagni sembrano fatti con uno stampo. Vestiti alla moda, capelli rasati fino alle orecchie e lunghi in cima, un accenno di peluria sul mento e fisici asciutti. A tredici anni sembrano adulti. Le guance glabre, segnate di rosso, sono un ricordo passato. Forse sono i miei occhi a essere stanchi…

Sotto i portici di piazza Statuto, una signora anziana mi chiede sempre una sigaretta. Sembra una mela dotata di capelli bianchi. Ha la voce stridula, di quelle impossibili da non imitare. L’aspetto e la voce sono fastidiosi all’inverosimile. Eppure il viso non è così vecchio. Niente rughe, nemmeno un doppiomento. Ogni volta le rispondo che no, non fumo. Ogni volta mi guarda incredula. Forse non mi riconosce, eppure indosso sempre jeans, scarpe scamosciate, pullover e giacca. Qualche volta cambiano gli abbinamenti, ma nulla che possa fare di me un trasformista.

Imboccando corso Francia incrocio un capannello di ragazzi più grandi. Si vede che questi vanno al liceo. Li riconosco, mi ricordano me alla loro età. Sono vestiti in modo trasandato, diversamente dai ragazzini delle medie, e hanno aspetti peculiari. La barba la portano quasi tutti, ma nessuno somiglia a nessun altro. Si fermano sotto il ponteggio di una ditta di costruzioni. Si stringono in cerchio e quando passo l’odore della marijuana è inconfondibile.

Avvicinandomi all’ufficio incrocio meno ragazzini e più adulti. I miei occhi vedono solo giovani donne in carriera. Un tempo vedevano solo coppiette e donne incinta. Poi dicono che la vista non è selettiva.

Attimi di vita vissuta

Sul lavoro le responsabilità hanno superato la soglia di allarme. Sempre più clienti grossi vengono sottratti al collega anziano. Sempre più di questi clienti vengono affidati alle mie cure. Tratto tutti malissimo, eppure mi amano. Sono sicuro che se li trattassi con il riguardo che si aspettano, nessuno mi degnerebbe di attenzione. Con il boss mi comporto peggio. Se trattasse me come io tratto lui, probabilmente lo denuncerei per mobbing. Ogni volta mi raccomando di smetterla. Ogni volta non riesco a trattenermi. C’è una rabbia che mi cresce dentro.

Per sfogarla mi sono iscritto in palestra. Lo stesso buco di culo che frequentavo tre anni fa. Ci facevo pugilato all’epoca. Ho smesso perché mi sembrava di diventare più violento. I guantoni li ho appesi, ma l’istruttore è il solito animale. Lui è grosso, ma grosso tanto. Non si rende conto che non mi alleno da anni. Quando finisco, sento le batterie a terra.

I muscoli, però, in due sole settimane sono tornati reattivi. Le spalle mi dolgono e la notte non mi fanno riposare, però sono già gonfie e solide. Gli addominali stanno tornando piatti. Li sento già spingere contro la cassa toracica. Se respiro troppo forte, ne avverto la presenza. Niente pesi però, si fa tutto a corpo libero. A corpo libero è molto peggio. La bestia (leggi = istruttore) pretende tre quarti d’ora di trazioni. Consiste nell’appendersi a una sbarra e tirarsi su di peso. Poi si tirano su anche le gambe. Non serve altro.

Vecchi amici, nuove fiamme

Sono uscito con tre ragazze finora. Non mi sento per nulla impacciato. Tuttavia non riesco a rilassarmi. Quando mi guardano sorridenti, sento una stretta sul petto che mi farebbe fuggire via. Mi trattiene solo la buona educazione. Spostano i capelli, tirandoli su da dietro, e nel frattempo mi guardano di sottecchi. Ogni volta che lo fanno sento una fitta violenta all’intestino e la nausea salirmi su. Le mie coetanee vogliono accasarsi. È quello che penso. L’ultima cosa che voglio io, dopo una storia durata cinque anni, è di ritrovarmi di nuovo ingabbiato.

Il telefono squilla come non ha mai fatto. Ho sempre odiato i cellulari. Ogni giorno arrivano messaggi che non mi sarei mai aspettato di ricevere. Amici che non vedevo da anni, adesso che la mia storia è finita, tornano a farsi sentire. Non li ho chiamati io. Certo, c’è la possibilità che abbiano letto qualcosa sui social, eppure questi ritorni mi appaiano bizzarri. Flussi di gente che va e poi torna.

Anche la sorella della mia ex mi ha proposto un aperitivo in centro. Perché no, le ho risposto. Mi è sempre stata simpatica. Quello che mi fa più effetto in questo periodo è di ritrovarmi a odiare le donne. Le ho sempre amate invece. Non avrei potuto immaginare il mio mondo senza donne. Oggi ne farei volentieri a meno. Spero che passi…

31 Comments on “Come una fenice”

  1. Mi è piaciuta la descrizione delle tue camminate per Torino, perché è molto post-moderna e si rifà a un argomento che vorrei affrontare nel blog: il rapporto fra i personaggi e l’ambientazione…

    Per quel che riguarda la tua vita, io credo sia fisiologico che i cambiamenti inficino un po’ il rapporto con la scrittura. Proprio perché – come abbiamo detto sul mio blog – non si tratta di ingegneria, è normale che subisca alti e bassi. Io non mi dannerei più di tanto, e userei questo periodo di transizione per comprendere qualcosa in più su te stesso. Vedrai che l’ispirazione tornerà.

    Anche io ho mantenuto buoni rapporti con l’ex di mia sorella, con cui è stata per dieci anni, dai diciotto ai ventotto. Dopo un po’ ci si affeziona, certe persone entrano a far parte della famiglia. Credo che tagliare i ponti sia da immaturi, se i rapporti sono buoni. 🙂

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    • Sì, concordo. Anche se lei sta per imbarcarsi, va a studiare in un college americano. Ha superato l’esame di lingua.
      Per quanto riguarda me, oggi ho stretto la cintura del secondo buco. Non sono i primi sintomi di depressione? Eppure non mi sento giù…

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  2. Io sono troppo orso e non faccio praticamente vita sociale per rischiare di essere ingabbiato. Inoltre, c’è da dire, non sono interessato a nessuna donna che conosco, sono troppo distanti dai miei interessi.
    Non ci vedo però nulla di strano nell’uscire senza finire dentro una storia. Loro possono anche voler accasarsi, ma bisogna essere d’accordo in due, no? 😉

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    • Certo, e poi basta correre più veloci di loro… 😉 😀

      Il vero punto è che sento che qualcosa non va. Prima ero sempre sorridente, sereno. Anche se stavo in una situazione che non mi andava più, la vivevo bene. Adesso sento una rabbia che non riesco a contenere. L’altro giorno attraversavo la strada sulle strisce. Un furgone si è fermato stridendo a pochi centimetri da me. Stavo tirando il tizio giù di peso. Quando mi ha guardato negli occhi, si è prodigato in mille scuse. Ma se fosse stato fuori giri pure lui, sarebbe finita a cazzotti. Era da tanto tempo che non mi capitava di sentirmi così.

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      • Io mercoledì sera invece stavo per menare a un deficiente che, arrivato a film iniziato, se ne stava a cercare davanti a me, coprendo lo schermo, il suo posto. Gli ho urlato due volte di togliersi e ce l’ho mandato. Anni fa però un tassista, che in pratica mi ha investito sulle strisce, si è preso uno sganassone e un calcio. Ecco, per me la rabbia è un elemento fisso 😀
        C’è da dire, però, che se uno mi chiede scusa, finisce subito e non porto rancore. Ma se ti azzardi a farti le ragioni con me quando hai torto, allora finisce male. Ma ero così anche da fidanzato.

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          • Se vi può consolare io ho inveito al telefono con il servizio clienti dell’ ENI, che da una settimana chiama tutti i giorni per propormi un’offerta per l’elettricità (io con loro ho solo il gas) … e notate che sono una piuttosto tranquilla! 😉

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                • Ragazzi, la bella notizia è che esistono delle tisane che fanno per voi: sambuco e guaranà per combattere la depressione di Salvatore; fiori d’arancio, melissa e verbena per favorire il relax di Chiara; ginseng per migliorare l’umore di Daniele.
                  L’orario è quello giusto! ;D

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              • Ma si`, ormai chiudo direttamente il telefono in faccia.
                L’altro giorno mi chiama infostrada per propormi un contratto per il cellulare…peccato che il giorno prima c’era stato un tremendo down della rete… com’ˋe che lo avevano chiamato? Guasto su tutto il territorio nazionale… morale? li ho mandati a quel paese con una celerità da far paura…
                verrˋoˋa farvi compagnia in cella… dato che sono una bomba a orologeria… accumulo per mesi e poi sbotto U_U

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  3. Anche a me piace tanto andare al lavoro a piedi! Abitando in un piccolo paese privo di scuole medie e superiori è utopia, ma amo il luogo dove lavoro adesso proprio perché la macchina va lasciata lontano e poi si scende verso il lago a piedi, nel centro storico pedonalizzato. Alcuni colleghi proprio per questo hanno il terrore di essere chiamati a insegnare lì, per me invece è un valore aggiunto.

    Di conto le mie giornate sono molto più piene da quando conosco mio marito, il problema non è la vita di coppia, ma la coppia che funziona, suppongo. Se senti le tue giornate più piene adesso vuol dire che il cambio ci voleva proprio (ricordo il sollievo dopo la fine col mio ex…)

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    • Sì, assolutamente. Anche perché io sono iperattivo (tranne gli ultimi cinque anni…) e lei, lei no. Solo che riprendere i ritmi di una volta mi sta costando fatica e energie. Proprio oggi ho stretto la cintura del secondo buco. È come se in tre settimane avessi perso una taglia e mezza…

      L’idea di usare l’automobile per andare in ufficio non mi sfiora per nulla. Certo, se dovessi lavorare fuori città sarei costretto, ma dovrebbero pagarmi molto di più. Camminare è un valore aggiunto. E poi li vedo, gli automobilisti, al mattino… sono tutti già stressati e devono ancora incominciare la giornata (a Torino).

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  4. Come dice Marina, sei passato nella fase successiva dell’elaborazione del lutto.
    Prima eri in denial, poi hai realizzato la perdita e ti sei incazzato di brutto. Prima o dopo verrà la tristezza e infine l’accettazione. A quel punto, riprenderai ad amare tutte le donzelle, e vederle sollevarsi i capelli ti farà tutto un altro effetto.
    Intanto, scrivi tutto quel che vedi, non sforzarti di essere razionale quando scrivi, vomita tutto su carta che poi ci sarà il tempo giusto per tornarci sopra e sistemarlo in storie compiute.
    Anche a me piace molto camminare, oggi ho visto sette caprioli, poi due cavalli e infine ho scalato gli scogli durante la bassa marea per vedere migliaia di uova di aringa.

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  5. Ciao Salvo!
    Vedrai che il tempo cambierà. Migliorerà le cose? non lo so, ma molte cose cambieranno ancora.
    Sei arrabbiato? Sfogati! Per farlo devi sfinirti in palestra e farti prendere a pugni dalla bestia? Fallo!
    La rabbia va sfogata, fa male tenerla dentro. Probabilmente in sto periodo schifi le donne, perch´e l’immagine che avevi dela tua relazione e del rapporto che avevi di lei, lo rivedi incosciamente in tutti gli esponenti di sesso femminile, ma va bene così, ˋe un periodo e come tale lo supererai… Il mondo e` bello perche` vario!

    Anch’io il mese prossimo ricomincerˋo ad andare al dojo! Faro` karate. Ne ho bisogno. La mia valvola di sfogo, ma so gia` che moriro`… 10 anni di fermo sono tanti, ma lo faro` e` il mio fegato a chiedermelo!

    Forza che la vita continua, non fermarti! Gira, gira!

    La stanchezza nello scrivere post, la sto accusando anche io, ma magari mi cullerˋo per un paio di settimane riducendo a un post solo… il tempo di caricare le batterie e intanto mi dedico alla stesura del capitolo… ˋe il quarto giorno consecutivo che scrivo!!! Non mi capitava gia` da un po’ di scrivere senza interruzioni!

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    • Quattro giorni di scrittura non sono male. Lo so che devo solo ritrovare il ritmo e, al di là di tutto, quello che sto facendo adesso, il modo in cui vivo, non mi dispiace affatto.

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      • Sì, 🙂
        L’importante è che tu ti senta bene con quello che fai. Mese prossimo ricomincerò karate! Ne sentivo il bisogno! Anche due parole al giorno vanno bene XD
        Forza che ce la farai!

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  6. Lo sforzo di adattamento è tosto, eppure tutta la vita è così. E’ solo una nostra idea che ci si debba (o ci si possa) fermare. Però cambierà, e forse ti troverai con qualche nuova idea, qualche nuova consapevolezza che non intendi abbandonare, nemmeno quando tornerai alla vita di coppia. Intanto vivi, e non è poco. Finisce che ti penso anche quando non ti leggo… ma come succede questa cosa? E’ che ci si affeziona, tutto lì. (Lisa, cessa le insinuazioni!) Aspetto l’intervista, che si preannuncia interessante. 🙂
    P.S. Però, scrivi bene. L’ho già detto? 😉

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