lettrice 2014

…ma sempre a piagne’ state!

Il 15 gennaio scorso, l’ISTAT (istituto nazionale di statistica), ha pubblicato il solito report annuale sulla produzione e lettura di libri in Italia. L’attimo subito successivo alla messa in web di questo pamphlet, editoriali giornalistici delle più svariate testate nazionali e regionali hanno pubblicato i soliti titoloni del tipo: “L’Italia non è un paese per lettori” (parafrasando involontariamente McCarthy), oppure “In Italia si legge sempre meno” o, ancora, “Nuovo trend negativo”, manco stessimo parlando di quotazioni azionarie.

«Ma sempre a piange’ stanno questi?».

«Vecchio, cerchiamo di mantenere la calma!».

«Ma carma er cazzo, c’hanno rotto li cojoni».

«Vecchio, t’è uscito un leggero accento romanaccio questa volta…».

«So’ stato in vacanza ar Campo de’ Fiori…».

«Come mai?».

«Pensavo se trattasse de un parco nazionale, c’hanno portato coi purman sabbato scorso, envece ce stavano ‘e bancarelle!».

Stendendo un velo pietoso sulle condizioni mentali dei vecchi nel bel paese, in particolare la carogna fuggita dalla pensione/lager che mi si è appioppata addosso su questo blog, proviamo per un attimo ad analizzare i dati dell’ISTAT.

Si legge meno, ma si pubblica di più

Avete letto bene. Secondo le statistiche, gli italiani che hanno letto almeno un libro durante l’anno, sono passati dal 43% del 2013 al 41,4% del 2014. In contro tendenza, invece, la produzione di libri che ha subito un aumento del 6,3%.

A leggere di più, manco a dirlo, sono le donne. L’ISTAT ci tiene a sottolineare che questo divario inizia già a partire dall’età di 6 anni… Complessivamente, il 48% della popolazione femminile del bel paese ha letto almeno un libro nel corso del 2014, contro il 34,5% dei maschi.

Ad affermarsi lettori accaniti sono, invece, proprio i giovani. Quelli d’età compresa tra gli 11 e i 19 anni hanno superato quota 50%. A vincere la palma, però, sono stati i ragazzini tra gli 11 e i 14 anni (in pieno sviluppo ormonale oltretutto), con il 53,5%. L’ISTAT ci tiene a sottolineare che dalle letture dei ragazzi, per redigere una statistica seria, sono stati esclusi gli obblighi scolastici, vale a dire tutti quei libri che, volenti o nolenti, si devono sorbire per forza.

«Mortacci loro!».

Aumenta anche la produzione di ebook, del 24% rispetto al 2013, e sono stati ben 5 milioni le persone che hanno letto o scaricato libri da internet, vale a dire una percentuale del 15,6% delle persone che hanno utilizzato internet negli ultimi tre mesi. La versione digitale è ormai prevista per metà dei libri scolastici e questo trend sembra in costante crescita.

In totale, le persone che, dai 6 anni in su, hanno letto almeno un libro nel corso del 2014 sono state 23 milioni e 750 mila. In leggera flessione, quindi, rispetto all’anno precedente. Interrogati, un editore su due (il 49,9%), ha dichiarato che il principale fattore che limita la diffusione dei libri in Italia è la mancanza di un’efficace educazione alla lettura…

«Le cazzate che pubblicano, envece, l’incentiva la diffusione… ‘a buriniii!».

«Vecchio, se continui così sarò costretto a chiuderti in gabbia».

«Io envece ar gabbio ce mannerei loro, ‘nvedi un po’. Il prossimo che se lamenta lo appenno ar muro ar posto de’ l’accappatojo!».

Lamentarsi come forma d’incentivo

Io vivo a Torino. Ci sono nato qui, anche se il sangue che scorre nelle mie vene è siculo, almeno per metà. Se chiedi a un qualsiasi imprenditore piemontese come vadano le cose, vedrai solo teste ciondolanti, che si scuotono da un lato all’altro del collo, aggrappate a spalle cadenti. L’imprenditore piemontese, anche quando le cose vanno bene, davvero bene, ti dirà sempre fra le lacrime che vanno male, molto male.

L’editoria deve aver appreso questa tecnica da loro. In fondo l’Einaudi non è torinese? Il salone del libro più famoso d’Italia non si svolge proprio qui, nei capannoni del Lingotto? Torino è una città letteraria. Gli imprenditori piemontesi sono dei coccodrilli. L’editoria italiana non è da meno.

Perché dico questo? Semplice: nel 2000 la percentuale di persone che sosteneva di aver letto almeno un libro durante l’anno era del 38,6%. Quindi è corretto affermare che oggi, nel 2014, con una percentuale del 41,4%, si legga più di quanto non si leggesse nel 2000. Ma non è finita qui. Dall’anno 2000 in avanti, il trend, è sempre stato positivo, con una crescita costante che ha toccato il suo picco nel 2010, con il 46,8%, esattamente l’anno dopo l’inizio della famosa crisi. Nel 2012 la percentuale tornava a toccare quota 46% dopo una leggera flessione nel 2011. Solo nel 2013 e nel 2014 è scesa, questa cazzo di percentuale, fino ad attestarsi al 41,4%.

Tutto questo, dimenticandoci sempre di confrontare i dati italiani con quelli degli altri paesi europei. Mi ero ripromesso di farlo, ma ho sempre troppo da fare e poca voglia di mettermi a cercare. Quindi se qualcuno di voi fosse così gentile da scovare nel web i dati di lettura della Francia, della Spagna, della Gran Bretagna e della Germania, sarebbe interessante confrontarli con quelli italiani. La mia ipotesi? Che in fondo non siano poi così diversi. Magari leggermente migliori, ma davvero così tanto? Io credo di no.

È fico leggere, guarda quanta gente lo fa!

Ma se per una volta provassimo a dire il contrario? Se invece di lamentarci sempre, criticare le scuole, quei somari che le frequentano, quei ladri (di stipendio) che ci insegnano, ecc., provassimo invece a dire: cazzo, più di 23 milioni di italiani legge… dev’essere una cosa fica da fare allora! Cambierebbe qualcosa?

Io credo di sì, credo che smettere di piangere e iniziare a guardare quanta gente realmente legga, nonostante gli sforzi in senso contrario degli Editori italiani (…), possa incentivare la restante metà del Bel Paese a fare altrettanto.

Io ci credo, caro follower, e tu?

Curiosità

Secondo l’ISTAT, si definisce lettore forte colui che legge almeno un libro al mese, vale a dire 12 libri l’anno. Io l’anno passato ne ho letti 15: so forte!

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P.S. per tutto l’anno in corso, nei vostri blog, vi invito a dire:  Leggere è fico, 23 milioni di italiani lo fanno!

Leggere

20 Comments on “ISTAT: oggi in Italia si legge più che nel 2000”

    • Però bisogna dirlo agli italiani, è che lo capiscano chiaramente: “Leggere è fico, 23 milioni di italiani lo fanno!”.
      P.S. L’immagine sotto il post può essere copiata e usata, se si vuole. 😉

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  1. Io l’anno scorso ho letto 28 libri, pivello!!! 😀
    Scherzi a parte, l’articolo è molto interessante anche se, quando leggo queste statistiche, mi domando sempre quale sia il metodo di indagine e come venga effettuata la campionatura.
    Si esaminano i dati delle librerie, si fanno interviste ai lettori e, se sì, di tipo qualitativo o quantitativo?
    A me nessuno ha mai chiesto se leggo o quanto leggo. Insomma… saranno davvero precise? 🙂

    P.S. Credo che il lamento congenito non sia un problema solo degli imprenditori piemontesi ma di tutti gli italiani senza esclusione di colpi.

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    • Credo che tu abbia ragione, per questo dobbiamo cambiare questa tendenza. Secondo me, dire che tanti italiani leggono, incentiva gli altri, quelli che non lo fanno o non lo fanno volentieri, a provarci.
      Neanch’io sono mai stato coinvolto in queste statistiche. Credo che sul sito dell’ISTAT (che ho lincato nell’articolo) venga spiegato. Sinceramente non mi sono fermato a leggerlo… 😛

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  2. Mi hai fatto impazzire per qualche secondo… voglio inserire la frase come suggerisci, ma non so come metterla in modo automatico… la soluzione sarà trasformarla in immagine e inserirla manualmente ogni volta…

    o.o

    Tornando a noi,onestamente credo di aver letto un libro al mese se non di più, ma non ricordo esattamente quali letture ho fatto, alcune le ricordo, altre sono finite nel dimenticatoio.
    Come si dice se anzicché avere un atteggiamento pessimista, ne avessimo uno più ottimista e propositivo, magari le cose andrebbero bene o meglio!

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    • Be’, meglio uno che niente… Si inizia dal molto piccolo (citazione di “Grosso guaio a Chinatown”), per poi arrivare molto lontano. Positivismo, su. Quest’anno vi voglio tutti positivi. Mento alto, petto in fuori, e avanti verso la meta! 😉

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