stupratore seriale

…quando il sesso sfocia in violenza

In un mondo giusto: un uomo incontra una donna, se ne innamora, la corteggia, ci esce insieme e, alla fine, i due, si ritrovano stesi su uno squallido materasso dozzinale, simile a molti altri, a far cigolare le molle. Il rumore, nel silenzio generale, si protrae per pochi minuti. La luce resta sempre spenta. Quando il cigolio si quieta, la donna, insoddisfatta, mente sulla prestazione dell’uomo. L’uomo, pensando di essere Dio sceso in terra, ronfa con orgoglio.

Diciamocelo: Adamo ed Eva hanno messo al mondo un’umanità priva di midollo spinale. Siamo la brutta favola che nessun bambino vorrebbe mai leggere. La sitcom che non finisce mai in onda sui teleschermi. Per fortuna, a risollevare le nostre sorti, esistono loro, gli: stupratori.

Ok, detto così può sembrare bieco e un tantino cinico, lo ammetto. Peggio: può quasi sembrare che suggerisca ai lettori di diventare essi stessi dei violentatori, o quando meno di portare loro ammirazione. Nulla di più falso. Lo scopo di questo articolo, tuttavia, è di spingervi a guardare il demone dritto negli occhi. Il demone in questione, cari followers, siete proprio voi.

Tutti lo sognano, pochi lo fanno

Tutti gli uomini, almeno una volta nella vita, si sono masturbati immaginando di stuprare una donna. Tutte le donne, almeno una volta nella vita, hanno fantasticato sull’idea di essere possedute con la forza. Stupro: l’amico più intimo di ogni fantasia erotica. Alzi la mano chi non l’ha mai immaginato. Bene, adesso potete abbassarle, congratularvi con il vostro lato ipocrita e scrivere nei commenti, qui sotto, chi siete e da quale pianeta venite.

Per tutti gli altri, invece, una pacca rassicurante: tranquilli, ragazzi/e, il fatto di averlo immaginato, di averci fantasticato, non fa di voi degli stupratori o delle potenziali vittime sottomesse. Siete esseri umani normali, con un lavoro (magari non in questo periodo), una famiglia (di cui vorreste sbarazzarvi), e tanti sogni che non diventeranno mai realtà (per vostra fortuna).

Loro non sono voi

Alcune persone, diversamente da voi, non si fermano alla sola fantasticheria. Non trasformano la loro fantasia in un gioco innocente e consensuale. No. Loro, gli stupratori seriali, mettono in pratica la loro ossessione. A un certo punto, qualcosa scatta. La fantasia non basta più. Il sesso coniugale, o occasionale, ma comunque consenziente, non può soddisfarli. Hanno bisogno di qualcosa di più…

Questi individui agiscono in base a istinti, esigenze e metodi diversi fra loro. Lo abbiamo già visto con le categorie di serial killer, la volta precedente: catalogare non è mai un metodo efficace, ma allo stesso modo non possiamo farne a meno. Dunque, ricercatori con un certo pelo sullo stomaco, hanno individuato quattro categorie in cui inserire gli stupratori seriali. Per farlo si sono basati su un’attenta analisi dei numerosi casi esaminati – ce n’è per tutti i gusti –, dividendo gli stupratori in base ai motivi che li spinge ad agire.

Siete curiosi?

01 Stupratore per “compensazione”

Lui non è pazzo, ha dei problemi. Non vuole farvi del male, più volte infatti, durante lo stupro, si assicura che stiate bene, che siate a vostro agio, che “quello che vi sta facendo” sia di vostro gradimento. Quando ha finito, mentre smonta da sopra il vostro corpo, è felice di avervi incontrate. Lui, il compensatore, in quel momento è il vostro amico più caro. Pensando che sia piaciuto anche a voi, vi lascia perfino il suo numero di telefono. Nei giorni successivi cerca di mettersi in contatto per assicurarsi che stiate bene.

«Dio… è stata la cosa più eccitante che abbia mai fatto. Tu stai bene? Dovremmo rifarlo, qualche volta…».

Profilo psicologico
  • Proviene da famiglie in cui sono presenti entrambi i genitori;
  • Spesso vive a casa dei genitori;
  • Non è atletico e ha un carattere passivo;
  • Ha pochi amici e nessun partner sessuale;
  • Trascorre buona parte del tempo su siti pornografici;
  • Svolge un lavoro modesto, ma è ritenuto un lavoratore affidabile;
  • Mostra una molteplicità di deviazioni sessuali, fra cui esibizionismo e voyeurismo.
Modalità esecutive
  • Ha una bassa autostima, lo scopo dello stupro è aumentarla;
  • Utilizza solo la forza necessaria a realizzarlo;
  • Non usa armi e prende trofei con cui riprodurre, a casa, la libido dell’esperienza;
  • Lo stupro è l’espressione delle sue fantasie;
  • Parla con gentilezza e si preoccupa del benessere fisico della vittima;
  • Sceglie vittime della sua stessa età, razza, e che abitino vicino;
  • Di solito commette gli stupri di notte, con una cadenza media di 7-15 giorni fra loro;
  • Può cercare di contattare la vittima in un secondo momento per assicurarsi che stia bene, convinto che si sia divertita;
  • Tiene un diario in cui annota i nomi e i dettagli dello stupro;
  • Continuerà finché non viene fermato…
Reazione opportuna

Di fronte a uno stupro non esiste una reazione opportuna. Tuttavia, il compensatore, non è un violento. È un uomo passivo, che stupra per sentirsi più uomo. In questo caso, una reazione decisa della vittima può metterlo in fuga. Nel dubbio, tuttavia, meglio astenersi dalla violenza per non aizzare il violentatore, provocando una reazione ancora più violenta o letale.

02 Stupratore per “rabbia”

Vi odia. Non abbiate dubbi al riguardo. Se lui stupra, non lo fa per soddisfare una fantasia sessuale scappata al controllo, lui vuole farvi del male. Vorrebbe stuprare e picchiare tutte le donne del mondo, per far pagare loro tutte le ingiustizie a cui crede di essere stato sottoposto. Diversamente dal compensatore, il rabbioso, è un violento ed è socialmente competente. Vuole farvela pagare e lo stupro è solo uno dei tanti modi in cui può farlo.

«Brutta cagna maledetta. Tieni, prendi questo! Lo senti, eh, lo senti?!».

Profilo psicologico
  • Ha una situazione familiare problematica;
  • Solitamente è stato cresciuto da un solo genitore e, a causa delle esperienze relazionali con questa figura di riferimento, ha sviluppato sentimenti di ostilità verso le donne in generale;
  • Si considera vigoroso e virile, spesso si dedica ad attività sportive che implichino il contatto fisico;
  • Può essere sposato e solitamente non è aggressivo verso la compagna;
  • Intrattiene diversi rapporti extraconiugali;
  • Ha un temperamento violento e incline all’azione.
Modalità esecutive
  • Tende a commettere gli stupri nella propria zona;
  • Gli attacchi sono improvvisi e non pianificati;
  • Lo scopo primario e fare male;
  • Umilia e degrada la vittima, la insulta, gli strappa i vestiti e la prende a pugni;
  • Dopo che ha sottomesso la vittima, la degradazione ha lo scopo di aumentare la sua eccitazione e instillare il terrore nella vittima;
  • Lo stupratore sente il bisogno di manifestare la sua rabbia in molti modi, ad esempio può stuprare al vittima analmente e poi costringerla a praticare un rapporto orale per venirle, in fine, sulla faccia;
  • Cerca donne di razza ed età simili alla sua oppure più grandi;
  • Dopo lo stupro non cerca di contattare la vittima;
  • L’intervallo, fra uno stupro e l’altro, è tipicamente di sei mesi o un anno.
Reazione opportuna

Una reazione decisa o violenta, da parte della vittima, non può che aizzarlo. Anche rimanere inerti non è una buona idea. Lo stupro non può che finire male. Non si parla solo di violenza sessuale, che già basterebbe, ma di una lunga prognosi a causa delle percosse, o addirittura della morte. Se si può, bisogna sfruttare ogni opportunità per fuggire.

03 Stupratore per “potere”

Lui può farlo. La violenza sessuale, ma anche la violenza in generale, è solo un modo per sottomettere al vittima e ribadire il suo potere. Lo stupro è solo un mezzo. La forza serve a manifestare la sua virilità e assicurarsi che la vittima faccia tutto ciò che egli vuole. Lui è un uomo. Lui è forte. Lui è convinto che lo stupro sia un diritto connaturato, che gli sia dovuto. Lei è ai suoi ordini e gli deve obbedire. Del suo benessere, non gli importa nulla.

«Smettila di piagnucolare e succhia, troia. Così, brava… Adesso, girati. Il bello viene ora».

Profilo psicologico
  • È cresciuto in famiglie con un solo genitore o in famiglie adottive;
  • Spesso ha subito abusi durante l’infanzia;
  • Ha problemi domestici e può aver avuto un matrimonio infelice;
  • È un narcisista;
  • Cerca conferme alla sua immagine di macho, frequenta locali per single, parla a voce alta e ha un comportamento chiassoso;
  • Guida una macchina sportiva, cerca di dare un’immagine di successo;
  • Fa lavori prettamente associati alla mascolinità, come nella polizia o nell’esercito, oppure nell’industria edilizia;
  • Può indossare un’uniforme di qualche tipo per rafforzare la sua percezione di virilità.
Modalità esecutive
  • Adocchia e rimorchia la vittima ignara;
  • L’attacco è un mix di violenza fisica e verbale, se la vittima reagisce aumenta la violenza per sopraffarla;
  • Può violentare la stessa vittima in diverse occasioni;
  • Stupra la donna soprattuto vaginalmente;
  • Può soffrire di eiaculazione ritardata e gradisce molto il sesso orale;
  • Sceglie le vittime prevalentemente della sua stessa età o più giovani;
  • Il sesso è un atto predatorio e impulsivo;
  • La motivazione primaria è esercitare potere “andando a caccia”;
  • L’intervallo fra gli stupri, solitamente, è di 20-25 giorni;
  • Obbliga la donna a un atteggiamento collaborativo;
  • Il livello di violenza aumenta con il tempo e con gli stupri;
  • Porta con sé un’arma con cui minacciare la donna;
  • Non nasconde la propria identità, si sente sicuro, pensa che terrorizzando la vittima questa non parlerà;
  • Non prova rimorso, non colleziona trofei, non scrive diari.
Reazione opportuna

Ripetendo il concetto che non esistono modalità opportune di fronte a uno stupro e che il limite delle categorie è quello di non tener conto delle variabili, tuttavia, in questo caso, un atteggiamento remissivo e collaborativo può salvare la vittima e ridurre il livello di violenza. Lo denuncerete dopo…

04 Stupratore per “sadismo”

Non c’è bisogno di dirlo: è il più pericoloso. Il suo obbiettivo è quello di tramutare in realtà le sue fantasie. Egli desidera infliggere dolore fisico e psicologico, ma diversamente dal rabbioso, il sadico, violenta perché gli piace farlo. Oltre allo stupro, potrebbe divertirsi a infliggere torture, a lesionare o mutilare la vittima. Infine, a ucciderla. La linea che separa questa tipologia di stupratori seriali da quella di assassino seriale è molto labile. Le torture sono sia di natura fisica, sia di natura psicologica. Solitamente, il profilo psicologico di questo stupratore, rientra in una diagnosi di “disturbo antisociale di personalità”.

«Ssh, non temere, tesoro, non ti farò del male… te lo prometto. Ti spiacerebbe porgermi la tua mano? Tranquilla, tranquilla… andrà tutto bene. Così, brava. Adesso, da quale dito preferisci cominciare?».

Profilo psicologico
  • La maggior parte è cresciuto in famiglie monoparentale (un solo genitore);
  • La maggior parte ha subito ripetuti abusi nell’infanzia;
  • Un numero elevato di loro ha manifestato nell’adolescenza un certo numero di deviazioni sessuali;
  • Da adulto, il sadico, è sposato e viene considerato un buon padre di famiglia;
  • Spesso vive in una zona residenziale di tipo borghese, possiede un’educazione superiore alla media e svolge un lavoro impiegatizio;
  • Mostra una personalità compulsiva ed è sempre molto ordinato;
  • È intelligente e non ha precedenti penali;
  • Pianifica, non esce mai dai confini del piano e spesso riesce a farla franca.
Modalità esecutive
  • Assieme allo stupro vuole mandare un messaggio;
  • L’obbiettivo è causare il livello di dolore più alto possibile;
  • Se non viene catturato, prima o poi ucciderà;
  • Si sposta in macchina;
  • Sceglie con cura la vittima, controlla la zona, si assicura che tutto vada secondo i piani;
  • Gli piace spostarsi anche molto lontano da casa;
  • Per terrorizzare maggiormente la vittima, usa bavagli, nastro adesivo e altri attrezzi del “Kit del perfetto stupratore”;
  • Prima di metterlo in atto, il sadico, si diverte a raccontare ciò che le farà;
  • È ritualistico;
  • Cerca di comunicare con la vittima per farle dire cose che aumentino la sua libido;
  • Spesso costringe la donna al sesso orale prima di violentarla;
  • Può soffrire di eiaculazione ritardata;
  • Più ne commette, più diventa sofisticato;
  • Può usare droghe;
  • Spesso diventa un assassino seriale.
Reazione opportuna

Scappa o uccidilo. Al resto penserai dopo.

Conclusioni

Lo stupro, quando reale, è la violazione più umiliante e degradante che esista. Lo è sia per le donne, che sono le maggiori vittime di questa violenza, sia per gli uomini. Infatti, diversamente da quanto si riteneva in passato, anche gli uomini possono subire delle violenze di stupro. Certo, il fenomeno è più raro, ma non meno violento o degradante.

Queste categorie rappresentano solo un tentativo da parte degli studiosi di ricondurre comportamenti diversi fra loro all’interno di categorie più facili da gestire. Come per ogni categoria, il soggetto può deviare dal comportamento descritto, possono esserci variabili non tenute in considerazione, oppure uno stesso individuo può rientrare in più di una categoria.

In questo senso, la reazione opportuna – che ho voluto comunque inserire alla fine di ogni scheda –, va presa con le dovute cautele. È, infatti, quasi impossibile riconoscere la tipologia di stupratore durante uno stupro e una valutazione errata da parte della vittima può comportare delle conseguenze serie, drammatiche. Diversamente dal passato, in cui si raccomandava alla donna di reagire con violenza (nascono così i gruppi di auto-difesa), o da ancora prima in cui si raccomandava di restare inerte e aspettare che il violentatore finisse, oggi si raccomanda di fuggire e di usare un livello di violenza limitato e mirato a distrarre lo stupratore il tempo necessario per scappare via.

Tuttavia non ci sono suggerimenti validi che si possano dare in questi casi, tranne uno: denunciate la violenza. Una percentuale consistente di vittime, infatti, che si avvicina pericolosamente alla quasi totalità degli stupri, non denuncia mai l’aggressione, pur conoscendone l’identità. In questo modo date loro adito a continuare, tanto non verranno mai beccati…

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Bibliografia

  • Robert I. Simon, I buoni lo sognano, i cattivi lo fanno, Raffaello Cortina Editore, 2013;
  • Ruben De Luca, Stupro seriale, lezioni estratto, 2004;
  • Ruben De Luca, Donne assassinate, Newton Compton Editori, 2009.

P.S. I dialoghi in calce sono frutto della mia fantasia.

19 Comments on “4 categorie di stupratori seriali”

  1. Bisogna sfatare questo mito della donna insoddisfatta, nel senso che anche l’uomo può restare insoddisfatto dalle prestazioni della donna (cosa che accade) 🙂

    Per me l’unico suggerimento valido è quello di girare armati di qualcosa e difendersi per fare male sul serio allo stupratore, magari proprio nel punto più delicato. Quindi uno spray antiaggressione e qualcosa di appuntito e affilato.

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    • Cerco, anche gli uomini possono rimanere insoddisfatti.
      La violenza, come reazione, invece è quasi sempre sconsigliata da parte della vittima, per evitare di innescare reazioni ancora più violente nell’aggressore. Inoltre tirare fuori uno spray e usarlo non è così immediato. La cosa migliore è usare quel tanto di violenza mirata (testicoli, setto nasale, padiglioni auricolari, ecc.) necessaria a distrarre l’aggressore quel tanto che basta per fuggire.

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        • Certo, anche se in realtà è più un argomento da corso di auto-difesa, che da blog. Con violenza mirata si intende quel minimo che basta a distrarre l’aggressore per avere il tempo di fuggire. Tieni conto che, secondo le leggi vigenti in Italia, se tu provochi danni a una persona, anche se questa ti voleva aggredire, ma riesci a fuggire, è lui a poter denunciare te…
          Tornando al discorso, i punti da colpire sono:

          1. Testicoli, ma è molto più difficile e meno efficace di quanto si pensi;
          2. Trachea (gola), con il taglio della mano, difficile da colpire e si possono causare danni molto gravi, morte compresa;
          3. Setto nasale, con il palmo della mano dal basso verso l’alto, più facile da colpire rispetto agli altri punti, molto efficace, ma si rischia di causare danni gravi e perfino la morte;
          4. Timpani, entrambi contemporaneamente, con i palmi delle mani a cucchiaio, molto facile da assestare (come tipologia di colpo), molto efficace, con il rischio, però, di spaccargli i timpani e assordarlo per sempre.

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          • Aggiungo: pugni, entrambi, con nocca del medio sporgente diretti e veloci sugli occhi.
            PS: se una sta per essere stuprata, la potenziale morte del balordo credo passi in secondo piano.

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            • Non in Italia… qui è chi si difende ad avere la peggio in tribunale, sempre. Vale per tutte le categorie deboli, come ad esempio il truffato, l’aggredito, la vittima di stupro. In Italia hai la meglio sono se sei il peggiore tra i criminali. Il nostro sistema giudiziario è garantista…

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              • Sì, hai ragione, basti pensare che qui puoi essere accusato per “eccesso di difesa”, cosa veramente ridicola e assurda, come se uno, aggredito, avesse tempo e anche lucidità mentale per valutare un bilanciamento tra difesa e aggressione.
                Il nostro sistema giudiziario è osceno, secondo me, e in molti casi vergognoso.

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                  • Non hai tutti i torti. Non solo, c’è di più: lo vedremo nel prossimo articolo, ma anticipando: oggi se sei vittima di stalker e denunci il fatto, il massimo a cui puoi aspirare è un foglietto di carta che ingiunga allo stalker di smettere di fare lo stalker… Furbi, eh?

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                    • Certo! In America se spari al tuo aggressore o a un ladro che ti entra in casa ti danno la mano e una medaglia di merito (sto esagerando, ma più o meno è così).
                      In Italia, invece… se ti svegli con i ladri nel letto gli devi dire pure il codice iban… perché se ti difendi ti denunciano!
                      Basti pensare che per la legge della privacy quando vai al commissariato il riconoscimento facciale è divenuto illegale!

                      Conosci il tuo aggressore? Potresti riconoscerlo? beh… ti toccherà fare la ronda col polizziotto di quartiere e sperare di catturarlo sul fatto!

                      (mi è successo veramente con uno scippo)

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  2. Giuse, ti rispondo qui, perché non c’è più spazio sotto gli altri commenti.
    Non hai affatto esagerato! In Italia è diventato tutto troppo demenziale. Perfino i poliziotti non posso più fare il loro lavoro e questo non avvantaggia certo il cittadino comune, solo il criminale ne trai vantaggi.

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