Statistiche e cigni neri


cigno-nero

…quando i libri hanno le ali

Per una volta non parlerò di scrittura, di racconti o di libri; si avvicina Natale e gli argomenti tendono per forza a diventare più leggeri e spensierati. Non nel mio blog però, quanto state per leggere, infatti, sconvolgerà le vostre ingenue esistenze. L’argomento di questo post è: le statistiche. «Sei diventato matto, ragazzo, che diamine sarebbe una statistica?». È proprio questa la domanda giusta, vecchio mio.

Cos’è la statistica

Lasciando perdere le definizioni ufficiali, la statistica è una scienza che ha la pretesa di fare ipotesi e previsioni sul futuro. «Chi si tu, mago per càsu?». Signora stia comoda, si metta pure seduta e appoggi la dentiera da qualche parte, perché quanto sto per dirle la sconvolgerà oltre ogni limite. Potrebbe perfino avere paura a ritirare la pensione, il prossimo mese.

Dicevo, la statistica è una scienza che tenta previsioni sul futuro e nella nostra contemporaneità ha avuto così tanto successo da essere la scienza che incide maggiormente sulle nostre vite. Volete un esempio? Bene, andate sul sito del Sole24ore e date una sbirciatina alla pagine delle contrattazioni azionarie. Tutto ciò che vedete è frutto di statistiche.

Potrà non interessarvi, ma la finanza comanda l’economia e l’economia comanda le nostre vite. Prima che questo vi porti inevitabilmente a cliccare sul tasto delete, eliminando questo blog dal vostro browser, dovete sapere che la statistica non è una scienza. Una scienza infatti ha delle caratteristiche ben precise, come ad esempio la ripetitività dei suoi esperimenti o una base matematica solida. Non la statistica però, perché per fare previsioni ci si basa esclusivamente su un ragionamento di questo tipo:

«George, qual è la media di acqua piovana nel mese di novembre degli ultimi dieci anni?».

«Novembre è un mese freddo, ma asciutto Paul. In genere non vengono giù più di cinque millilitri di acqua, dai nostri cieli».

Fu così che annegarono, ma lo fecero con vero aplomb inglese.

Il cigno nero

Questa è la teoria di un genio libanese, Nassim Nicholas Taleb, espressa nel suo libro: The Black Swan (2007). «Non avevi forse detto che non avresti parlato di libri in questo tuo post, ragazzo?». Ho mentito. Sono uno scrittore, quindi mento. Il nostro sistema economico è vulnerabile, dice Taleb, per due motivi: il primo è che la statistica non è una scienza esatta; il secondo, che la statistica non tiene conto dei cigni neri.

La statistica cerca di trovare una lettura nella casualità, comparando dati che sembrano ripetersi ciclicamente. Il punto è che tiene conto unicamente dei dati che conosce. Se nel 2013 ci sono stati 5000 suicidi, dobbiamo davvero aspettarcene altrettanti nel 2014? Su cosa si basa questo ragionamento? Sulla statistica. Capite la vulnerabilità di una filosofia simile? Eppure è alla base del nostro sistema/stato e governa le nostre vite più di quanto facciano le leggi degli uomini. Invece di chiedersi il perché dei suicidi, gli statisti, si chiedono con che frequenza capitino…

Il cigno nero, stando a Taleb, è un fenomeno imprevedibile, perché semplicemente non rientra nelle statistiche. Poiché tutto è in funzione di statistiche, ecco che il nostro sistema è particolarmente vulnerabile ai cigni neri. Il cigno nero, dice Taleb, è un evento raro, ma non impossibile. Ad esempio un cigno nero è uno Tsunami. Quante probabilità ci sono che un’onda gigantesca si abbatta sulle coste dell’Oceano Pacifico? Be’, dipende. Se vi trovate a Hollywood e state progettando un film catastrofico: parecchie. Altrimenti, le probabilità che una cosa del genere capiti realmente sono abbastanza scarsine, una rarità…

Il best-sellers

Le statistiche dicono che in media uno scrittore esordiente che riesce infine a pubblicare vende non più di un centinaio di copie. Uno scrittore affermato, invece, vende in media un migliaio di copie. Quando le case editrici si trovano di fronte a un libro che arriva a venderne diecimila di copie, sono disposte serenamente a prostituirsi per avere nel proprio recinto l’autore. Paolo Giordano con La solitudine dei numeri primi vendette da esordiente nel 2008 più di un milione di copie, il primo anno, fino ad arrivare a quattro milioni di copie nei successivi cinque anni.

Il best-sellers, come fenomeno, ha quindi tutte le caratteristiche del cigno nero: è inaspettato, non rientra nelle statistiche, sconvolge le aspettative. D’ora in avanti, quando pensate al libro che state scrivendo, in un angolino del vostro cervello, lasciate spazio all’immaginazione di un vostro personale cigno nero. È questo che state rincorrendo, anche se lo ignorate. Se pensavate al successo quando avete impugnato una penna per la prima volta, è al cigno nero che stavate pensando. Non sempre il cigno nero è un evento negativo, dopotutto.

Statistiche da blog

Questo blog, salvatoreanfuso, è aperto da soli tre mesi eppure ha totalizzato finora ben 5000 visite, con una media di 500 visitatori unici al mese. Non male per un blog esordiente. Tuttavia non è alle statistiche che sono interessato io. Quando ho aperto questo blog, il mio intento non era di fare pubblicità alla mia penna, ma di confrontarmi con i miei lettori attraverso lo strumento dei commenti.

Voi, che mi leggete e commentate, siete i miei cigni neri. Perché ogni volta che scorgo la vostra presenza su queste pagine per me è una gioia inaspettata. E non mi importa che siate milioni o solo un pugnetto di aspiranti scribacchini, siete i miei cigni neri. Potremmo perfino dare un nome alla nostra piccola combricola, che ne pensate di: I Cigni Neri? Vi dirò, a me piace.

In ogni caso, da questo momento in avanti, quando penserete al vostro sogno nel cassetto, avrete un nome preciso da dare all’eventualità che si realizzi. Vi auguro dunque di rincorrere il vostro personale cigno nero e di acchiapparlo perfino. Il maledetto pennuto è scaltro, ma catturarlo non è impossibile; ricordatevene.

Il vostro cigno nero

E con estremo rammarico che mi avvio alla conclusione di questo post, chiedendovi: qual è il vostro cigno nero nel cassetto? Ne avete uno?

24 Comments on “Statistiche e cigni neri”

  1. Anche io mi associo alla comunità… perché non facciamo una vera e propria associazione culturale?
    Il mio cigno nero preferisco scriverlo in privato, non sia mai che qualche mia conoscenza passi di qui. 😉

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    • Bella l’idea di fondare una comunità. Tipo un gruppo su FB o intendi qualcosa di diverso? Be’, certo, ognuno scriva il proprio cigno nero da solo, ma il gruppo potrebbe sostenere lo sforzo del singolo, ad esempio. 😉

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  2. MMMhhh insomma, ok che porto male i miei anni, ma addirittura sdentata?
    😀

    Il mio cigno nero? Bhe ovvio no? Entro pochi mesi dall’apertura del blog avere talmente tante visite che alla pubblicazione del mio primo libro avere già milioni di copie vendute. ahahahah è troppo persino per la probabilità del cigno nero…

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      • lo tsunami, come i terremoti, le alluvioni, le eruzioni vulcaniche sono eventi ciclici… dipende, però qual è il nostro metro di giudizio, se su 20 anni o secolare.

        Con questo non sminuisco la teoria dei cigni neri, che mi trova del tutto d’accordo U_U

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        • Beccata! Anche tu, come tutti, credi nelle statistiche allora! Questo forse significa che il tuo primo libro venderà un centinaio di copie? È statistica… no? 😛 🙂

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          • Oh mamma… Spero proprio di no, magari non ne vendo nemmeno una 😛 O magari… Cigno nero! 😀 In qualcosa dobbiamo credere. Sono convinta che per creare un qualcosa di valido, durante il periodo di creazione, dobbiamo credere di essere i migliori. I più bravi, altrimenti la negatività si abbatte sulle spalle, e si poggia la penna per non riprenderla più in mano, o il pennello… è uguale.

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  3. Arruolata!
    Temevo che il post parlasse di Black Swan, il film più orrendo che abbia mai visto.
    Quando apriremo l’agriturismo per scrittori in erba lo chiameremo il Cigno Nero. Se lo apriamo in Cannada possiamo chiamarlo il Cigno Nero in erba 😛

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  4. Ecche saranno mai ‘ste 5000 visite. Te faccio fa ‘no zompo de lettori che pennablù je devono cascà le penne a sfera. Qui e leggerte, tutt’aggrappati ar video, semo minimominino dumila, dumilatrecinquanta. A pennablù segnate er numero de visualizzazzioni de noatri. Ammazza la statistica!

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  5. Ciao Salvatore, secondo me il cigno nero non è il best seller. Il cigno nero è il romanzo prima che diventi un best seller, quando si trasforma in questo QUALCOSA da milioni di copie non è più il cigno nero, ma un fenomeno culturale di massa.
    Bell’articolo e, soprattutto, bellissima la segnalazione del saggio: non la conoscevo, ora sono curiosa di reperirlo e leggerlo!

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  6. Pingback: Stelle, oroscopi e ciarlatani | Salvatore Anfuso